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Nelle intercettazioni sul calcioscommesse si parla di 3 giocatori del Toro. Ma nessuno è indagato
Non c’è solo Giorgio Veltroni nella nuova inchiesta sul calcio scommesse. Se il presidente dell’Alessandria è indagato per il tentativo di combinare il risultato della partita con il Ravenna, nelle 611 pagine prodotte dal gip Guido Salvini spunta anche il Toro. Il dialogo del 16 febbraio 2011 è tra Massimo Erodiani (l’organizzatore e raccoglitore delle scommesse, in carcere) e l’ex giocatore Gianfranco Parlato, l’argomento è appunto il Torino. “Quanti ce ne sono dei nostri?”, giocatori corrotti secondo la procura. “Tre”, è la risposta. Nulla che consenta precise imputazioni e che presupponga il coinvolgimento della società granata, ma sui siti degli attentissimi tifosi è già scattata la ‘caccia’ ai tre giocatori fedifraghi, sempre che quelle parole rispondano a verità e non siano semplici millanterie. Ma il popolo del Toro è sensibile all’argomento perché è solo della scorsa stagione l’accusa, mai dimostrata, rivolta ad altri tre giocatori di essersi venduti delle partite. Nel mirino erano finiti David Di Michele, Aimo Diana e Riccardo Colombo, che si era anche beccato uno schiaffone in un famoso blitz degli ultras in un ristorante della collina torinese. Tutti e tre hanno cambiato aria, a scanso di equivoci.
Chi invece è coinvolto a tutti gli effetti nell’inchiesta è Vincenzo Sommese, ora all’Ascoli, 128 presenze e 9 gol nelle complessive sei stagioni giocate con la maglia del Torino. Accusato di associazione per delinquere, Sommese è agli arresti domiciliari ad Ascoli, ma ieri mattina la Squadra mobile di Torino è andata a perquisire l’appartamento di Venaria, dove ha la residenza anagrafica insieme alla moglie, in via San Marchese, a fianco al campo sportivo dove giocano anche il Toro femminile e alcune giovanili granata. Non è la prima volta che il 34enne giocatore viene coinvolto in indagini – nel 1999 era stato indagato per contraffazione e uso di soldi fasulli, nel 2006 si era beccato una denuncia per un altro giro di puntate illegali – e sembra che all’origine delle scommesse ci fossero proprio ingenti debiti di gioco.
L’unica, flebile speranza per i tifosi del Torino è che da questa triste vicenda si ottengano vantaggi sportivi. Il Torino – ammessa la sua innocenza – potrebbe essere ri-coinvolto nella corsa alla serie A dai guai di Atalanta e Siena, ma prima c’è comunque il Livorno, classifica alla mano. Quasi impossibile che le carte federali facciano disputare nuovamente, con squadre diverse, i playoff adesso in corso, e comunque sarebbe il modo più triste per tornare in serie A, la categoria ‘naturale’ del Toro. Tra l’altro, in serie B è più facile cambiare presidente…
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