Cittadini
Assalto al mobilificio Aiazzone: la ‘vendetta dei truffati’ parte dal bergamasco
Non si è ancora fermato l’assalto al magazzino Aiazzone di Pognano. Dopo le duecento persone che hanno partecipato al saccheggio di mercoledì sera, anche nel corso della giornata di giovedì qualcuno ha provato a entrare nella grossa costruzione a ridosso della provinciale per cercare qualcos’altro da portarsi via. Tanto che i carabinieri hanno dovuto piazzare una pattuglia in zona per tenere alla larga chi cerca di portare via le poche cose rimaste dall’assalto di ieri. Una decina di persone sono state bloccate e identificate, nonostante le loro spiegazioni di essere in cerca di qualche forma di risarcimento dopo essere stati truffati per mesi.
Intanto pare che grazie all’identificazione di molti dei partecipanti dell’assalto di ieri parte della merce portata via possa essere recuperata: ora dovranno rispondere di furto aggravato, violazione di proprietà e danneggiamento.
Il video del magazzino depredato
IL GIORNO DELL’ASSALTO. Sono arrivati in duecento con un centinaio di automezzi, hanno scassinato il magazzino di mobili e si sono portati via tutto, smontando perfino parti dell’edificio. Tecnicamente è stato un furto, ma un furto un po’ particolare. Visto che il magazzino depredato è di Aiazzone, e molti di coloro che l’hanno svuotato erano clienti che avevano pagato merce che non hanno mai ricevuto, oppure dipendenti che hanno mesi di stipendi arretrati. L’assalto è avvenuto nel tardo pomeriggio di mercoledì nel magazzino di Pognano, dove già da un mese si verificavano dei furti saltuari.
Stavolta invece si sono mossi in massa. A quanto si è capito le duecento persone (soprattutto immigrati che vivono nei paesi intorno, ma anche qualche decina di bergamaschi) si sono date appuntamento alla stessa ora e sono arrivati sul posto con auto, furgoni, camioncini, anche qualche tir (alcuni di qualche noto corriere ma con il logo coperto da teli), hanno forzato la serratura e poi hanno cominciato a caricare tutto quello che hanno trovato. La ressa ha fatto pensare a un improvviso rave party, qualcuno ha avvisato i carabinieri. Le cinque pattuglie arrivate sul posto hanno trovato il magazzino vuoto, con perfino pezzi di pavimento smontato e impianti elettrici portati via. I militari hanno dovuto lavorare fino alle 21 per identificare tutte le persone che a questo punto potrebbero essere denunciate dal curatore fallimentare dell’ex ditta biellese.
A Torino, il 2 aprile 2011, era stato dato alle fiamme un mobilificio Aiazzone, a conferma del clima di esasperazione che ruota intorno all’intera vicenda.
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