Piemonte
Dopo la sconfitta elettorale, gli ‘antiG’ preparano l’attacco finale alla dirigenza Pdl
Con la consulente Rita Cavallo siamo a quota 270. La raccolta firme anti-Ghigo&Ghiglia continua ad impazzare sul web, e gli ultimi (pessimi) risultati del Popolo della Libertà in Piemonte non fanno che rinfocolare all’interno del partito gli animi già tesi. QP aveva parlato della petizione lanciata online dai consiglieri regionali Gian Luca Vignale e Roberto Boniperti e del rinvio dell’incontro chiarificatore tra vertici e ribelli: lunedì è arrivato l’ennesimo attacco anti-G da parte di coloro – ben 5 consiglieri regionali – che chiedono “un nuovo Pdl, che sappia parlare alle persone e porti i valori della destra”.
“BRAVO BONDI”. Finisce con un applauso alle dimissioni di Sandro Bondi da coordinatore nazionale del partito (“un gesto di grande dignità e correttezza verso gli iscritti e gli elettori”) e inizia con gli impietosi numeri elettorali del Pdl piemontese ai ballottaggi: il comunicato stampa diffuso da cinque consiglieri regionali (tra cui Vignale e Boniperti, ma anche Burzi, Costa e Valle) è un vero e proprio avviso di sfratto per l’accoppiata Ghigo&Ghiglia. “Non intendiamo neppure mettere più in discussione le leadership regionali – scrivono i ribelli – perchè è oramai evidente il loro fallimento e perchè oggi l’unica soluzione è rifondare un nuovo Pdl in grado di diventare la vera casa degli elettori del centrodestra”.
“È infatti evidente – continuano i cinque – che l’incapacità di costruire, in più di tre anni, un partito radicato sul territorio, di rendere il Pdl un attore protagonista nella vita politica piemontese unitamente alla mancata presa d’atto delle proprie responsabilità e all’assenza di una corretta analisi del voto (in Piemonte – salvo la Provincia di Vercelli- abbiamo perso tutte le amministrazioni precedentemente governate dal centrodestra) fanno degli attuali vertici piemontesi soggetti su cui non si possa costruire alcunchè”.
Infine, una frase che non lascia dubbi sulle reali intenzioni della fronda interna: “È necessario ricostruire una nuova casa del centrodestra piemontese dove si possa far rinascere dalle ceneri della sconfitta un nuovo Pdl: solo in questo modo si potrà avere nella nostra regione una forza politica capace di diventare un punto di riferimento per tutti i piemontesi”.
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