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Cronaca

Il barolo ‘di Cavour’ in vendita per gli appassionati

Redazione Quotidiano Piemontese

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Andrà in onda domenica 29 maggio da piazza Savona di Alba, al termine della trasmissione “Linea verde” di Raiuno, un brindisi con le bottiglie di Barolo vinificate nel 2004 dalle cantine Gigi Rosso e che provengono dagli stessi terreni sui quali il conte di Cavour sperimentò le tecniche che si sarebbero rivelate decisive nella produzione di questo vino. Ma le bottiglie, rilevate dalla Regione, sono anche a disposizione degli appassionati: infatti, sono in parte in vendita nel book shop della mostra sui Raduni, nel palazzo della Regione di piazza Castello a Torino, e in parte saranno utilizzate in occasioni di rappresentanza.

Particolare e di prestigio è l’etichetta, disegnata gratuitamente dal noto artista e pittore Ugo Nespolo.

In passato il Barolo era conosciuto semplicemente come Nebbiolo, ossia come l’uva che lo origina, e si iniziò a chiamarlo così solo dalla metà dell’800 proprio perché venne creato un vino nuovo, concepito con tecniche particolari derivate da lavorazioni assai peculiari e caratteristiche. Il nome deriva dal paese in cui la contessa Giulia Colbert Falletti aveva gran parte dei suoi possedimenti. E fu proprio dalla collaborazione con Camillo Benso conte di Cavour che il Barolo potè nascere e divenire “il re dei vini e vino da re” e simbolo delle Langhe e del Piemonte che è adesso.

Prodotto secondo il gusto dell’epoca, ossia particolarmente tendente al secco, costituì per molti aspetti il nuovo corso dell’enologia e della degustazione, un rinnovamento che conquistò prima Torino e poi l’Italia intera per divenire a fine Ottocento il più grande dei vini italiani, esportato e apprezzato anche all’estero, in particolare nelle Americhe.

Nell’aprile 1966 il Barolo ottenne la denominazione di origine controllata e nel luglio 1980 il riconoscimento passò alla prestigiosa denominazione di origine controllata e garantita. Oggi ha un colore rosso brillante e un profumo intenso, caratterizzato da sentori floreali, di rosa e viola, che con il trascorrere del tempo si trasformano in fragranze fruttate, di ciliegia sciroppata e prugna cotta, arricchite da sensazioni di sottobosco. Completano il bouquet essenze speziate di pepe, cannella e vaniglia, che evolvono talvolta verso profumi animali come il cuoio. In bocca è asciutto, pieno, robusto, austero ma vellutato, armonico, avvolgente, con una struttura forte e complessa.

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