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Ambiente

Cinemambiente ospita Michael Cimino e riflette (anche) su acqua pubblica e nucleare

Davide Mazzocco

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Basta fare  il nome del presidente della Giuria del Concorso internazionale documentari di Cinemambiente per comprendere quale dimensione abbia ormai raggiunto la manifestazione: Michael Cimino. Sarà infatti il regista de Il cacciatore, I cancelli del cielo e L’anno del dragone la vedette della quattordicesima edizione di questa kermesse che dallo scorso anno ha deciso di spostare il proprio periodo di svolgimento dall’autunno alla primavera (anche) per coincidere con la Giornata mondiale dell’ambiente. Dalla prima edizione a oggi la creatura di Gaetano Capizzi ha fatto passi da gigante andando ben oltre la specificità di evento cinematografico ma proponendosi, invece, come punto nodale del dibattito – molto sentito nella nostra regione – sull’ambiente e sulla sostenibilità.

Al di là di Michael Cimino, straordinario catalizzatore dell’attenzione dei media, Cinemambiente proporrà quest’anno un programma davvero molto interessante. Se la passata edizione aveva pagato la vicinanza (appena otto mesi) con quella del 2009, quest’anno i selezionatori hanno avuto i canonici dodici mesi per pescare nel meglio della produzione mondiale. Nella serata d’apertura, prevista per martedì 31 maggio (ore 21),  si comincerà con un “pezzo da novanta”, Waste Land di Lucy Walker finito nella cinquina degli Oscar 2011 per il miglior documentario. In questo formidabile film la regista ha seguito l’artista Vik Muniz nelle discariche di Rio de Janeiro dove i catadores, ragazzi che vivono raccogliendo i rifiuti, rielaborano la spazzatura creando vere e proprie opere d’arte. Nel concorso documentari verrà presentato Severn. La voix des nos enfants di Jean Paul Jaud, dove Severn Cullis-Suzuki, la dodicenne che parlò alla conferenza sull’ambiente di Rio de Janeiro, giunta alla soglia dei trent’anni riflette sui cambiamenti fatti per salvaguardare la terra. Curioso è anche Solartaxi. Around the world with the sun di Erik Schmitt che racconta il viaggio intorno al mondo di un professore con un’auto a energia solare.

Tanto, tantissimo Piemonte nel concorso documentari: “Non è stata una scelta dettata dalla prossimità – ha detto Capizzi – ma dalla pura constatazione di ciò che di meglio è stato espresso a livello nazionale”. Due titoli su tutti: La verifica instabile di Guido Morandini che con una bici pieghevole e una canoa ha percorso tutto il Po per raccontarne le storie che inevitabilmente ti vengono incontro in un viaggio con questi ritmi e Polvere. Il grande processo all’amianto di Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller che ricostruiscono il caso della Eternit di Casale Monferrato allargando il punto di vista su scala globale, all’India e al Brasile, paesi in cui questo materiale viene ancora utilizzato nella più totale noncuranza delle norme di sicurezza.

“Questa edizione ha rischiato di non avere i finanziamenti – ha detto l’assessore all’ambiente di Torino Roberto Tricarico – ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Questa rassegna è importante per dare visibilità culturale alle problematiche ambientali e, con il passare degli anni, ha contribuito a fare di Torino una delle città europee candidate al titolo di Smart Cities, cioè quelle metropoli europee che si sono dimostrate virtuose nelle politiche relative alla sostenibilità ambientale”. Il valore politico della rassegna, d’altronde, è notevole. Soltanto una settimana dopo la conclusione prevista per domenica 5 giugno – Giornata mondiale dell’ambiente – i cittadini saranno chiamati a esprimersi sui tre referendum riguardanti le abrogazioni della privatizzazione dell’acqua, del ritorno al nucleare (sempre che la Camera non lo cancelli in extremis) e del legittimo impedimento. Cinemambiente potrà essere l’occasione per approfondire, dunque, due dei temi caldi in questione: acqua e nucleare. In conferenza stampa il direttore Capizzi ha ricordato l’assoluto silenzio dei media in merito alla notizia del 97,13% di voti contrari al nucleare nel referendum effettuato in Sardegna la scorsa domenica. Più che del nucleare si parlerà delle sue conseguenze. In Into Eternity di Michael Madsen si porta alla luce uno dei progetti più aberranti legati all’energia atomica: il centro di stoccaggio denominato Onkalo, una sorta di sarcofago radioattivo scavato in una montagna finlandese nella quale il materiale nucleare di scarto resterà depositato per centomila anni. Nel venticinquennale della nube radioattiva che il 26 aprile 1986 seminò il panico in tutta Europa, Tchernobyl. Une histoire naturelle? di Luc Riolon indaga gli effetti di quel disastro ecologico sulla vegetazione e le sconcertanti scoperte legate al particolare ecosistema creatosi in seguito alle radiazioni. Tambien la lluvia chiuderà la rassegna domenica 5 giugno alle ore 21. Il film diretto da Iciar Bollain e interpretato da Gael Garcia Bernal e Luis Tosar racconta la storia di una troupe giunta in Bolivia per girare un film su Cristoforo Colombo e coinvolta nelle rivolte della popolazione per avere accesso all’acqua. La pellicola si ispira ai fatti di Cochabamba, la cittadina nella quale undici anni fa vi fu il primo dei tanti movimenti a difesa del diritto all’acqua, gli stessi che in Italia hanno raggiunto l’obiettivo di lasciar decidere alla cittadinanza quanto pagare per un diritto che – Risoluzione dell’Onu del 29 luglio 2010 alla mano – è universale.

Tante iniziative collaterali dalla seconda edizione del Bike Pride a Fierambiente, dalle presentazioni di libri a tema al Cinemambiente Tour che nella Giornata mondiale dell’ambiente porterà i film delle passate edizioni in ben otto località italiane (fra cui le piemontesi Cortemilia e Frossasco).

 

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