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Cronaca

Gli Alpini abbracciano Torino, in una giornata speciale

Redazione Quotidiano Piemontese

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E’ stata una domenica veramente indimenticabile per Torino. Un caldo estivo, bagnato da una leggera pioggia intorno alle 19.00. Dopo il Giro d’Italia sabato e l’inizio delle celebrazioni per l’84 esima adunata nazionale degli Alpini, l’ottava per la città di Torino, l’8 maggio si è raggiunta l’apoteosi con quasi 100 mila alpini in sfilata dalle 9 del mattino fino a tarda sera e oltre 600 mila torinesi, in festa, lungo il percorso ad applaudirli.  ”A Torino per l’Italia”: è stato lo striscione che ha aperto la sfilata degli alpini a Torino, seguito dallo striscione dedicato ai ”caduti nelle missioni all’estero”.

Il fiume umano che ha attraversato la città per 12 ore è stato aperto dalla fanfara della Brigata Taurinense, seguita dal sindaco Sergio Chiamparino, con l’immancabile cappello di caporalmaggiore in congedo, accolto da un’ovazione dei cittadini. Poi è stata la volta delle sezioni straniere, con delegazioni proveniente dai cinque continenti, sostenuti da un entusiasmo sincero, nel corso del loro passaggio in Pizza s. Carlo, dalle tribune gremite di torinesi e non. Tra Molti gli striscioni e  vessilli tricolori di tutte le forme e dimensioni, per ricordare . «I nostri padri ci hanno resi liberi, a noi rimanere uniti, i «Fratelli d’Italia, impegniamoci ad esserlo»; «Siamo qui per l’Italia»; «Torino, Trento, Trieste – Tre “T” per l’Unità d’Italia». Una Babele di dialetti, di voci e canti accompagna fin dal mattino la sfilata, anche se il vero leit motiv di tutta l’Adunata è stato il ’33’, l’Inno degli alpini. Non sono mancati momenti di commozione, come quando la sezione alpini di Vicenza ha ricordato il caporalmaggiore Matteo Miotto, soldato del 7° Reggimento alpini di Belluno caduto in Afghanistan. E gli applausi sono diventati lacrime nel ricordo dei caduti o al passaggio del più anziano alpino presente Cristiano Dal Pozzo, 98 anni, di Rotzo (Vicenza), reduce delle guerra in Etiopia, in sedia a rotelle, a sempre fiero e con la fronte rivolta al cielo. Nella giornata di festa anche un lutto. Un alpino abruzzese è morto d’infarto nel corso della sfilata. Nonostante i soccorsi molto rapidi non c’è stato nulla da fare.

Il passaggio delle penne nere nel centro è stato interminabile, con i passaggi delle sezioni Ana di tutte le regioni italiane. Grandi applausi agli abruzzesi e poi il Veneto e la Lombardia che hanno sfilato per ore con i loro numeri incredibili.  Tripudio, da stadio, ma sempre con compostezza e gioia autentica, al passaggio delle delegazioni piemontesi, dalla Val Sesia, a Pinerolo, da Verbania a Novara, da Vercelli a Torino, solo per citarne alcune fino alla delegazione di Bolzano che ha chiuso la sfilata e raccolto il testimone di Torino: organizzerà l’adunata del 2012.  A presentare le sezioni che, una dopo l’altra si sono avvicendate  in piazza San Carlo dove rendono omaggio al labaro dell’Associazione nazionale alpini, quattro speaker che per oltre 12 ore si sono  alternati al microfono.

A concludere l’84 esima adunata, l’ammainabandiera, in piazza Castello hannno assistto il comandante delle truppe alpine, generale Alberto Primicerj e il sottosegretario Giovanardi.  Molte le curiosità. Come la storia di Eliseo Zago, 69 anni e migliaia di chilometri alle spalle, percorsi a piedi con l’entusiasmo di un ragazzino e la tempra di un alpino. E partito il  29 aprile da San Peretto di Negrar – arrivando  venerdì a Torno per l’adunata.  Il lungo viaggio di 350 chilometri diviso in sei tappe, che Zago ha percorso sorretto da gambe e fiato formidabili.  E i troppi alpini e fedeli alla messa che l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, ha celebrato in suffragio dei caduti. Alpini e fedeli erano così numerosi che sono finite le ostie ed è stato necessario farne arrivare delle altre. ”Abbiamo alzato la religiosita”’, ha scherzato il presidente dell’Ana (Associazione Nazionale Alpini), Corrado Perona, orgoglioso e felice come un bambino, per un successo straordinario che ha riportato per un giorno la capitale d’Italia nel capoluogo piemontese, grazie alle sue penne nere.

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