Cultura
Tosca, Bohème, Butterfly e il Marinskij. Tante sorprese al Regio con la nuova stagione
Bisogna dirlo, ormai siamo abituati bene. L’ultimo decennio ha dimostrato che il Teatro Regio di Torino mantiene le sue promesse: opere “acchiappa-pubblico”, interpreti d’eccezione, grandi direttori, allestimenti (a volte arditi) che magari fanno discutere, ma che hanno sempre una logica. Le idee possono piacere o no, ma la qualità non è in dubbio. E la stagione 2011-2012 (appena presentata) non fa eccezione. Spigolando in un programma veramente ricco (che comprende 10 opere e vari balletti) proviamo a raccontare qualche chicca.
Il trittico pucciniano. Colpisce, già a prima vista, il grande spazio dato alle opere di Giacomo Puccini (qualcosa di analogo a quello che nella stagione in corso è avvenuto con Verdi). Il cartellone prevede Madama Butterlfly, Bohème e Tosca (quest’ultima rappresentata in un nuovo allestimento, con un cast stellare di cui fanno parte Marcelo Alvarez, Svetla Vassileva e Lado Ataneli).
Il Marinskij. Per 22 sere Torino ospiterà una delle compagnie di balletto più celebri e prestigiose del mondo, quella del Teatro Marinskij di San Pietroburgo. Sono in programma alcuni grandi classici della danza, come Shéhérazade di Rimskij-Korsakov e (sogno delle bimbe in tutù, aspiranti ballerine) il celeberrimo Lago dei Cigni di Chaikovskij.
Le “evergreen”. Il cartellone è “impegnato”, ma sa anche dar spazio alla leggerezza, con Il barbiere di Siviglia, capolavoro rossiniano che a distanza di quasi due secoli riempie i teatri a ogni replica, e Così fan tutte, commedia delle umane debolezze resa immortale dal genio di Mozart. E se quest’anno Verdi l’ha fatta da padrone, nella prossima stagione non batte certo in ritirata. Infatti ritorna Rigoletto (stesso allestimento che vediamo in questi giorni, ma cast completamente rinnovato) e vi si aggiunge Un ballo in maschera. Tra le altre sorprese nel cilindro: Norma di Bellini, L’angelo di fuoco di Prokof’ev (unica opera forse non tanto nota) e il beethoveniano Fidelio. A proposito di Beethoven, c’è una novità che riguarda gli appassionati di musica sinfonica: come ideale preludio alla stagione operistica vera e propria, Gianandrea Noseda (direttore musicale del Regio) guiderà l’orchestra nell’esecuzione integrale delle sinfonie di Beethoven, un tributo al genio e alla grandezza.
L’amore. Per raccontare la stagione 2011/2012, gli organizzatori hanno pensato a un gigantesco cuore. Infatti il filo conduttore che tiene insieme le rappresentazioni è il sentimento amoroso, declinato in tutte le sue forme. Lo ha spiegato bene Noseda: c’è la grandezza dell’amore coniugale raccontata in Fidelio, poi gli scherni dell’amore leggero di Mozart e Rossini, la passione di Tosca, l’amore materno di Norma, l’amore tradito e umiliato di Butterfly, l’amore malato di una donna per l’Angelo di fuoco (che altri non è se non il demonio in persona), ma anche le cure ossessive di Rigoletto per la figlia. Tanti racconti, tante sfumature.
Il denaro. Amore, d’accordo, ma sappiamo bene che gli enti lirici non vivono solo di spirito. Per esistere hanno bisogno di investimenti cospicui. E questi sono tempi duri, non ne hanno fatto mistero né il Direttore Musicale, né il sovrintendente Walter Vergnano. “Data l’attuale burrasca economica – ha dichiarato Vergnano – in certi momenti abbiamo perfino temuto di non arrivare alla nuova stagione. Ma invece ci siamo riusciti, grazie al sostegno delle amministrazioni locali, alla professionalità del lavoratori del teatro e al supporto del pubblico”. Recentemente il governo (dopo gli annunciati tagli e le conseguenti sollevazioni popolari) ha dato un po’ di benzina al motore lirico (guarda caso, i finanziamenti al Fondo Unico per lo Spettacolo sono presi dalle accise sui carburanti), ma la situazione resta critica: il bilancio 2010 si è chiuso, per la prima volta, con un disavanzo che dovrà essere appianato. L’ente torinese conta di recuperare puntando sull’affluenza di pubblico in costante crescita.
Il futuro. Il Regio, lo hanno sottolineato più volte i vertici del teatro, non è un’istituzione a sé stante, ma vive immerso nel respiro della città. Prova ne è che il suo Presidente è, d’ufficio, il Sindaco di Torino. Dunque sono giorni di fermento e attesa. Il nuovo inquilino di Palazzo Civico, chiunque sia (Fassino e Coppola hanno entrambi partecipato alla presentazione) dovrà assumersi responsabilità importanti, decidere se e come continuare a investire in un teatro che, pur tra tanti problemi, ha dimostrato in questi anni una grande vitalità ed è oggi uno degli enti lirici più accreditati a livello nazionale e internazionale.
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