Alessandria
Il futuro incerto dell’ospedale ‘Cardinal Massaia’
Potrebbero essere a rischio 10 reparti dell’ospedale astigiano “Cardinal Massaia”. Valter Galante, commissario dell’Asl di Asti, ha chiarito i contenuti, e i riflessi sui servizi sanitari astigiani, delle disposizioni della delibera regionale del 7 aprile sull’attuazione del piano di rientro in ambito sanitario.
“Quando il contenuto delle informazioni sulla sanità assume una dimensione fortemente negativa – afferma Galante – c’è il rischio che venga meno il rapporto di fiducia che deve necessariamente esistere tra chi ha bisogno di cure e chi le fornisce. Inoltre, crea disorientamento negli operatori sanitari, e incertezza sul futuro in chi, pur stando bene oggi, si chiede come potrebbe essere assistito in futuro. Da parte dell’Asl la necessità di chiarire risponde all’esigenza di togliere ansia a utenti, personale sanitario e amministratori del territorio”.
Galante, affiancato da Paolo Marforio, direttore sanitario continua: “Nella delibera regionale non si riscontrano le ipotesi sulla chiusura dei dieci reparti. Le indicazioni certe affermano che, negli ospedali, non si devono, al momento, istituire nuove strutture complesse, né aumentare i posti letto. La rete dei servizi nel bacino di Alessandria e Asti sarà costruita attraverso un disegno a cui lavoreranno insieme le tre aziende sovra-zonali e che accompagnerà il confronto sulla nuova rete ospedaliera che si aprirà fra poco nella commissione regionale alla sanità. Va comunque chiarito che, anche laddove non siano previste le figure del primario, cioè non ci siano strutture complesse, questo non vuol dire che non ci siano servizi. Così come già accade oggi in alcuni casi, esistono in termini organizzativi le strutture semplici, che si armonizzano nel sistema futuro come nodi della rete”.
Detto ciò, il commissario approfondisce i contenuti della tabella, inclusa nella delibera, con i reparti di cui non è prevista l’attivazione in bacini inferiori ai 700 mila abitanti. Il bacino di Asti-Alessandria è di 660.935 persone.
“Strutture complesse di centro trapianti, medicina del lavoro, oncologia pediatrica, chirurgia toracica non ci sono oggi al Massaia e non ci saranno in futuro – segnala Galante – attività specialistiche di allergologia e reumatologia sono svolte all’interno delle medicine e continueranno a funzionare così. Anche la chirurgia plastica, interna al dipartimento materno – infantile, già oggi non è una struttura complessa, ma semplice. L’unica criticità riguarda il maxillo-facciale, che in questi anni è cresciuto, grazie all’eccellenza professionale espressa dal primario Fausto Polastri, ora in pensione. In base a un accordo precedente tra Asti e Alessandria, Asti è sede di struttura complessa, Alessandria di un’ “antenna” collegata: questione che discuteremo insieme con la Regione per trovare una soluzione. Secondo le prime analisi non siamo una realtà dove risulta necessario ridurre i posti letto: con i nostri 500 posti, non siamo, infatti, sovradimensionati”.
Inoltre, il commissario annuncia un primo potenziamento dei punti per il prelievo del sangue. Raddoppiate le sedute a Montemagno e Castello d’Annone, mentre nuove aperture a Montiglio Monferrato, Roccaverano e Vesime.
Altro punto della discussione di Galante: la situazione del cantiere per il nuovo ospedale Valle Belbo.
“Attualmente l’impresa sta lavorando alle parti pertinenziali alla struttura in attesa che venga approvata, nei prossimi giorni, la necessaria perizia di variante. Non appena sarà eletto il nuovo sindaco di Nizza, sarà mia premura sollecitare una riunione della commissione di vigilanza, costituita nell’ambito dell’accordo di programma tra Asl, Comune e Regione, per discutere la proposta di organizzazione del nuovo ospedale”.
Nella foto: Valter Galante, commissario Asl Asti
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