Cultura
Torino capitale del libro: ora il Salone, domani (forse) un museo
I festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità, la riapertura dei Musei dell’Automobile e del Risorgimento, le mostre-evento alle Ogr e alla Reggia di Venaria, la Biennale Democrazia e ora un Salone del Libro da record. La primavera torinese assume, settimana dopo settimana, i connotati di una vera e propria sfida alla tendenza dominante: quella di tagliare i finanziamenti alla cultura. Con l’appoggio determinante delle istituzioni locali, della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Crt, il Salone Internazionale del Libro non solo prosegue la sua storia, ormai giunta a un passo dal traguardo del quarto di secolo, ma rilancia investendo nella lettura e nei libri. Alle pagine che raccolgono la nostra “memoria” è affidato il compito di custodire il “seme del futuro”, come ricorda il tema dell’edizione 2011 ben simboleggiato da un soffione che disperde i propri semi nel vento.
Anche le polemiche sui costi della mostra l’Italia dei Libri sono state prontamente metabolizzate e trasformate in proposta: “La critica mossaci per la sproporzione fra lo sforzo organizzativo e la brevità dell’esposizione era sensata. Noi abbiamo pensato che la risposta non dovesse essere quella di non fare la mostra ma, piuttosto, di renderla itinerante – ha spiegato il curatore Gian Arturo Ferrari -. Inoltre il nostro paese non dispone di un museo nazionale del libro e credo che Torino possa essere la sede ideale se mai si dovesse pensare a un progetto del genere. Se Milano è l’epicentro dell’editoria, questa città è sicuramente quella in cui il libro e la letteratura vengono meglio recepiti dalla collettività”. Un museo del libro? Il presidente provinciale Antonio Saitta non dice di no, anzi. Fiorenzo Alfieri, a pochi giorni dalla scadenza del suo secondo mandato di Assessore alla Cultura della Città di Torino, gongola: “Il 17 marzo, la Biennale Democrazia e questo Salone del Libro, ovunque vada, di questi tempi, mi sento ripetere che certe cose si riescono a fare solo a Torino. Io credo che oltre all’incontro fra attività economica e cultura, buona parte di questa spinta venga anche da un orgoglioso senso di appartenenza alla città, alla regione e all’Italia”. Orgoglio sabaudo a parte, il presidente Rolando Picchioni in chiusura del suo intervento apre a Milano, evocando possibili sinergie con l’Expo 2015. D’altronde l’edizione 2011 rappresenta un ulteriore salto di qualità con numeri davvero vertiginosi: 1500 espositori (123 nuovi), quattro padiglioni più l’Oval per un totale di 65mila mq (20mila più dello scorso anno), 27 sale per incontri e presentazioni, centinaia di ospiti. Russia, Palestina, Grecia, Perù e Romania sono presenti con case editrici e istituzioni. Ben sedici le regioni italiane che esporranno le loro proposte turistiche e culturali con un loro stand. “Il nostro è gigantismo? – si chiede il direttore editoriale Ernesto Ferrero – Se c’è una bulimia è, comunque, una fame di cose buone”. D’altronde i 300mila visitatori dello scorso anno dimostrano quale sia l’entità della risposta del pubblico a un evento che non ha eguali in campo nazionale.
Si apre giovedì 12 maggio alla presenza del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giancarlo Galan, poi, sei giorni di incontri, conferenze, dibattiti, iniziative che Quotidiano Piemontese illustrerà dettagliatamente nei prossimi giorni.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese