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In Russia si tarocca l’Asti docg: il Consorzio alla ‘guerra’ della tutela

Redazione Quotidiano Piemontese

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Quattro, forse cinque milioni di bottiglie di Asti docg “taroccate” in Russia. Il mercato russo apprezza l’Asti docg al punto da acquistare, nel 2010, otto milioni di bottiglie originali, il 60% in più rispetto all’anno precedente, ma non distingue le bollicine originali, derivanti dagli aromi naturali, da quelle artificiali e così, prendono il via, nella federazione russa, le imitazioni. Paolo Ricagno, presidente del Consorzio per la tutela dell’Asti docg dal 2009, dichiara “guerra” alle mistificazioni e lo fa nella sede del Consolato italiano a San Pietroburgo, con una serie di azioni legali, possibili grazie al riconoscimento, già dal 2008, della denominazione di origine protetta dell’Asti anche in Russia. Obiettivo, eliminare il “falso vino” dal mercato.

 

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