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Cultura

Selton, l’indie-rock brasiliano con le parole di Jannacci, Cochi e Renato

Davide Mazzocco

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Evidentemente Enzo Jannacci già lo sapeva. Quando cantava Messico e nuvole sapeva che prima o poi nel suo destino ci sarebbe stato il Sud America. Magari, però, non immaginava che i suoi testi, così come quelle dei suoi “cugini” d’arte Cochi e Renato, sarebbero stati rimodellati in prossimità nel 2008 da una band di rocker brasiliani. Quando lunedì i Selton sono saliti sul palco di piazza San Carlo per i loro venti minuti di esibizione, il pubblico del concertone del 25 aprile, fino a quel momento un po’ sonnecchiante, ha aperto gli occhi e ha iniziato a sgambettare. Il loro show è stato solo un assaggio del concerto che andrà in scena venerdì 29 aprile alle ore 21:30 alla Suoneria di Settimo Torinese. Uno show da non perdere per chi abbia voglia di una boccata d’aria fresca.

La storia di Ramiro Levy, Ricardo Fischmann, Eduardo Stein Dechtiar e Daniel Plentz ha il sapore della fiaba. I quattro amici si conoscono a scuola, a Porto Alegre: “Allora suonavamo ma in gruppi diversi – spiega Ramiro Levy, il frontman prevalente di una formazione che sembra volutamente degerarchizzata -. Poi ci siamo incontrati durante un viaggio a Barcellona e lì abbiamo deciso di formare una band e suonare per strada alcuni brani dei Beatles”. Durante una delle loro esibizioni al Parc Guell un produttore di Mtv Italia li nota e li invita alla trasmissione di Fabio Volo Italospagnolo. Un anno di spola fra Barcellona e Milano, poi il trasferimento nel capoluogo lombardo: “I primi a credere nel nostro lavoro sono stati i produttori dell’Istituto Barlumen. Nel 2008 abbiamo pubblicato Banana à Milanesa dove abbiamo messo insieme i testi surreali e ironici di Enzo Jannacci e Cochi e Renato con il nostro indie-rock solare”. Già perché quello che differenzia i Selton nel variegato panorama indie è proprio l’assoluta originalità delle loro sonorità, un crocevia nel quale confluiscono la gioiosità dei ritmi brasiliani e caraibici, le marcette beatlesiane, il surrealismo della scuola milanese e certi riff di chitarra che quando li senti pensi subito ai Franz Ferdinand (ai quali sono accomunati dal produttore del loro ultimo album Tommaso Colliva).

Dopo i tre tour e i 200 concerti con i quali hanno promosso il loro primo Lp, ultimamente, con l’omonimo album Selton, i quattro brasiliani hanno tenuto ritmi da maratoneti: 43 concerti in tre mesi, praticamente uno ogni due giorni. “E adesso viene l’estate” dice Ricardo sorridendo e facendo pollice in su. Già perché per i Selton suonare è il gioco più bello del mondo. Tutti suonano e tutti cantano. E così frontman e batterista possono scambiarsi il ruolo com’è successo nella trascinante esibizione del 25 aprile. “Certo siamo influenzati dai Beatles e dalle sonorità indie rock, ma noi ne diamo una versione ‘solare’, un po’ come fanno Os mutantes, forse il gruppo più affine alle nostre sonorità. Nel nostro secondo Lp abbiamo cercato volutamente una registrazione il più possibile vicina al live, perché è quella la nostra dimensione”. Per chi ne voglia avere la dimostrazione l’appuntamento è per venerdì 29 aprile alla Suoneria di Settimo Torinese (To). Il biglietto costa 5 euro.

 

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