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Piemonte

Rozzio, 19 anni, dal Canavese alla Fiorentina. Un altro talento ‘perso’ dal Toro di Cairo. E la Juve…

Redazione Quotidiano Piemontese

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La notizia nuda e cruda: Paolo Rozzio, difensore centrale classe ’92 del Canavese (Lega Pro, Prima divisione, quella che una volta si chiamava C2), l’anno prossimo giocherà in serie A con la Fiorentina. Un colpaccio per il ragazzo e per la società, che avrà un po’ di benzina per i suoi conti in rosso perenne. Dietro le righe di questa notiziola di calciomercato, si possono leggere risvolti interessanti. Su Juve e Toro, prima di tutto, ma anche sul Canavese e sulla salute del calcio italiano.

Rozzio è un difensorone alto quasi un metro e novanta, bravo di testa, un martello in marcatura, non rapidissimo. Gioca al Canavese da quattro anni, per il vero senza essere finora considerato un fenomeno. Quest’anno l’allenatore Ezio Rossi – uno che di calcio ne sa – ha scommesso su di lui e lo ha piazzato titolare in mezzo alla difesa, affiancato da un vecchio lupo della categoria. Non poco hanno contato le ragioni economiche. In Lega Pro, chi fa giocare i giovani prende soldi dalla Federazione (mentre fino alla serie D i “fuoriquota” sono obbligatori). È l’unico modo per far giocare i ragazzi, perché poche società hanno la lungimiranza di lanciarli, anche se i soldi veri possono arrivare solo dalla cessione di una promessa alle serie superiori. Ma tant’è, l’Italia è un paese per vecchi, anche nel pallone. La dimostrazione nei ruoli: i giovani devono giocare, e allora finiscono tutti a fare i terzini, dove fanno meno danni. Con il risultato che vengono “bruciati”. Un lungagnone tutto fisico come Rozzio si esalta a fare a sportellate con il centravanti di turno, ma sulla fascia sarebbe stato umiliato dai brevilinei rapidi e tecnici. Ancora una volta, bravo Ezio Rossi.

Rozzio è esploso, tanto che Daniele Zoratto, allenatore della Nazionale under 19, lo ha convocato con continuità in azzurro, alternandolo a Michele Camporese (anche lui Fiorentina, già una decina di presenze in serie A) e Simone Benedetti, da quest’anno all’Inter. E qui arriviamo a Torino e Juventus. Dove giocava Rozzio prima di essere “scaricato” al Canavese? Al Toro. Dove è nato e cresciuto il figlio d’arte Benedetti? Al Toro. Con un po’ di lungimiranza e di investimenti, la società di Urbano Cairo avrebbe in casa la potenziale coppia di difensori centrali della Nazionale. Diciamo Cairo e non Antonio Comi, responsabile delle giovanili del Toro, perché le scelte strategiche sono del presidente, non degli uomini operativi che devono arrangiarsi (con ottimi risultati, classifiche alla mano) senza un soldo e senza un centro tecnico.

Chi di soldi ne mette eccome anche nei giovani è la Juve. L’investimento più importante di Marotta & Co. per la Primavera è stato fatto, guarda caso, su un difensore centrale, Vincenzo Camilleri (750mila euro per la compartecipazione, si dice). Uno che a 18 anni ha già una “storia”: cresciuto nella Reggina, scippato dal Chelsea, tornato in Calabria – perché gli inglesi lo hanno scartato? -, comprato dalla Juve. Ha i tatuaggi e la fidanzata bionda come i giocatori veri, si dice che prenda uno stipendio da far impallidire mezza rosa del Novara, finora in campo ha ricevuto solo critiche negative: non è un fenomeno e non ci mette la testa. Rozzio si allena con il Canavese a Venaria, fino all’anno scorso ci giocava pure, con la Berretti. A Venaria la Juve si sta costruendo la nuova casa, stadio e centro sportivo. Ma sui campo di Venaria e San Giusto Canavese è arrivato l’occhio lungo di Pantaleo Corvino. Chissà dove guardava Marotta…

Daniele Pallante

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