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Cultura

Presentato il Torino Glbt Film Festival, finite le zuffe si parla di cinema

Davide Mazzocco

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“Su questo Festival aleggia la questione del mancato patrocinio da parte della Regione ma, per correttezza, va ricordato come essa non si sia tirata indietro nel finanziamento della manifestazione e come stia contribuendo, indirettamente, alla sua comunicazione”. Riesce davvero difficile immaginare un’ironia più sottile di quella che Fiorenzo Alfieri, Assessore alla Cultura della Città di Torino, ha utilizzato quest’oggi per sottolineare come, in realtà, il mancato patrocinio della 26esima edizione del Torino Glbt Film Festival da parte della Regione Piemonte si sia rivelato un fantastico volano comunicativo per la manifestazione cinematografica che aprirà i battenti fra sette giorni. Ancora ieri la giunta regionale si è trovata a dibattere sulla questione e, alla fine, la volontà della maggioranza è stata confermata nonostante non pochi dissensi anche nelle file del Pdl. Poco male visto che, come in una porta girevole da Grand hotel, l’uscita della Regione Piemonte ha avuto come principale effetto quello di far arrivare il patrocinio del Ministero per le Pari opportunità. Il direttore del Festival Giovanni Minerba, nella conferenza stampa tenutasi al Museo Nazionale del cinema, non ha mancato di ringraziare il Ministro Mara Carfagna per la tempestività con la quale ha conferito alla kermesse torinese il proprio sostegno. Nonostante un taglio delle risorse del 10% e un giorno in meno di programmazione, la kermesse festivaliera aprirà dunque i battenti giovedì 28 aprile con una serata speciale all’Uci Cinemas del Lingotto: alle 21 la cantante Noemi si esibirà in un live acustico dove proporrà alcuni dei suoi principali successi, successivamente si farà buio in sala per Four more years, un’irresistibile commedia svedese sulla love story fra due politici di opposte fazioni.

Dal giorno successivo le proiezioni avverranno nelle tre sale del Cinema Massimo. Accanto ai tre concorsi (Lungometraggi, Cortometraggi e Documentari), vi saranno due importanti focus sull’omofobia: il primo documenterà il fenomeno su scala globale, il secondo limitatamente all’Iran. Il premio Dorian Gray di quest’anno verrà consegnato a Lindsay Kemp, poliedrico artista inglese attivo nel cinema, nel teatro, nella danza e nella musica (fu lui a coreografare i concerti della fase Ziggy Stardust di David Bowie). Kemp non sarà il solo ospite d’eccezione della manifestazione visto che a cavallo fra aprile e maggio arriverà in città anche Veruschka, la prima top model a essere riconosciuta come tale. La sezione Open Eyes quest’anno offrirà una panoramica delle commedie romantiche che nelle ultime stagioni hanno esplorato il desiderio lesbico. La sezione Midnight madness, riservata ai nottambuli, proporrà pellicole di genere in chiave gay, mentre la sezione Vintage omaggerà il 150° dell’Unità d’Italia con titoli che hanno raccontato la storia del nostro Paese e, più o meno manifestatamente, la condizione omosessuale: Salò di Pasolini, Il conformista di Bertolucci, Quartetto Basileus di Carpi, nonché Mirna, l’ultimo film di Corso Salani, regista prematuramente scomparso lo scorso giugno.

 

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