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Elezioni: Pdl-Lega sbagliano i documenti, ma correggono… Interrogazione parlamentare di Fli

Redazione Quotidiano Piemontese

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Una domanda semplice semplice: a voi, se sbagliate a compilare un modulo e manca parte della documentazione, concedono – quando sono scaduti i termini – di ricompilare il modulo e di presentare i documenti mancanti? A Lega e Pdl sì, almeno così dicono tutti gli altri concorrenti alle amministrative torinesi, che dopo le parole piene di indignazione del coordinatore regionale Pdl, Enzo Ghigo, non perdono l’occasione per rifarsi. Alcune centinaia di candidati di Lega e Pdl nelle dieci circoscrizioni cittadine di Torino hanno presentato i moduli sbagliati e manca la documentazione antimafia. Gli è stato concesso il tempo di rimediare. Certo, al di là di ogni giudizio di merito, è abbastanza ‘divertente’ che chi si candida ad amministrare non conosca le regole… Ma, d’altra parte, dalle promesse sparate qua e là è facile intuire che molti non conoscano anche i limiti di azione di un sindaco, quindi…

TERZO POLO, PRECEDENTE IMBARAZZANTE. Si scatena subito il Terzo Polo, poche ore fa accusato di scorrettezza dal Pdl per avere una lista che richiama il cognome del candidato sindaco Pdl, Coppola: “Stiamo assistendo a un abuso arbitrario di potere da parte della Commissione elettorale. In maniera illegittima e del tutto svincolata dai suoi poteri normativamente sanciti ha riaperto i termini per la presentazione delle liste semplicemente per favorire quelle di PdL e Lega che al momento risulterebbero escluse per oggettive mancanze procedurali”. Lo sostiene Aldo Di Biagio, Coordinatore Fli in Piemonte.

“Queste liste – spiega Di Biagio – sono state presentate con moduli di cinque anni fa, privi della dichiarazione antimafia, e sappiamo bene che il Viminale in una sua circolare ha chiaramente evidenziato che l’assenza di tale dichiarazione, non è sanabile e comporta il depennamento del candidato. Va da se che questa mancanza dovrebbe comportare l’esclusione della lista, quindi dei partiti dalla competizione elettorale. Ciò che sta accadendo è vergognoso. Non è possibile legittimare l’assoggettamento della legge alle istanze della politica, creando un precedente imbarazzante sotto il profilo normativo oltre che politico”.

Per questo l’on. Di Biagio, ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, per sapere quali sono ”le reali motivazioni che hanno condotto la commissione elettorale del comune di Torino a decretare una dilazione temporale della sottoposizione delle liste e qual è il provvedimento autorizzativo’. Dato che la circolare del ministero dell’Interno, richiama la decisione del Consiglio di Stato 17 maggio 1996, n. 574 la quale dispone che ‘la mancanza della dichiarazione antimafia comporta l’immediato, e non sanabile, depennamento del candidato dalla lista. Malgrado ciò, in data 17 aprile la commissione elettorale del comune di Torino, avrebbe inteso, su decisione della Prefettura del capoluogo piemontese, decretare una proroga di 48 ore per la sottoposizione delle liste elettorali per le amministrative’. La proroga sarebbe stata motivata dall’anomalia in capo alla sottoposizione delle liste elettorali dei partiti Pdl e Lega, che rischierebbero di essere estromesse dall’agone elettorale in virtù di un vizio sostanziale in capo alla configurazione delle stesse liste. Nella fattispecie, le suindicate liste sarebbero state presentate utilizzando una modulistica obsoleta, antecedente a quella in vigore dal 2009, anno a partire dal quale vige l’obbligo di inserimento della dichiarazione antimafia. Di fatto le liste Pdl e Lega sono prive di dichiarazione antimafia dei candidati e pertanto suscettibili di estromissione ai sensi della circolare ministeriale. Inoltre la decisione della Commissione elettorale non risulta essere stata legittimata da provvedimento speciale di natura ministeriale recante ragionevoli motivazioni della deroga della normativa vigente in materia di ammissione delle liste”.

BONO, 5 STELLE. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Davide Bono: “Dopo le firme sospette di Giovine che han fatto vincere Cota alle Regionali su Bresso per poche migliaia di firme; le liste cambiate fino all’ultimo minuto a sostegno di Formigoni per inserire le bunga bunga girls del premier – a dire dei Radicali -; il “lodo panino” per la riammissione fuori tempo massimo della lista Polverini in Roma e Provincia; PDL e Lega ci riprovano nel segno dell’impunità continua. Anche alle comunali di Torino non avrebbero consegnato una documentazione completa per quanto riguarda le circoscrizioni, ma sembra che sia spuntata per loro una bella proroga di 24 ore per consegnare i moduli mancanti. E’ ora di dire basta: non solo non sono capaci a fare politica e curano solo i loro interessi di bottega, neanche sono capaci a compilare dei moduli corretti. A gente così non si affiderebbe neanche l’amministrazione di un condominio, figurarsi quella di una città. Chiediamo che vengano fatte rispettare le leggi in modo uguale per tutti, se no annulliamo questa farsa democratica chiamata elezioni, con risparmio di soldi e di tempo. Ovviamente ricorreremo al TAR sia contro l’eventuale loro ammissione così come contro le liste patacca di ogni provenienza, partendo dal recidivo Rabellino con la “Lista del Grillo Parlante”: l’unica lista autorizzata ad usare il logo beppegrillo.it è quella del MoVimento 5 Stellebeppegrillo.it con 5 stelle disegnate di giallo e la V maiuscola rossa.

BUQUICCHIO, 2 PESI 2 MISURE. “Vergognoso e antidemocratico adottare due pesi e due misure per l’ammissione delle liste alle circoscrizioni. Con un provvedimento ad hoc Lega Nord e Pdl avranno due giorni di tempo per rimediare agli errori commessi per non aver ottemperato alle disposizioni del Ministero dell’Interno (amministrato da un esponente del Carroccio) sulla presentazione delle liste in tutte le circoscrizioni torinesi. Invece l’Italia dei Valori é stata esclusa senza riserve, e senza paracadute burocratici, nella circoscrizione 7 Aurora, Vanchiglia, Sassi, Madonna del Pilone. Non é con questi metodi che si garantisce trasparenza alle elezioni amministrative. Inoltre eliminare dalle consultazioni di quartiere un partito che a Torino ha raggiunto picchi di consenso del 10% rappresenta a mio avviso una decisione incostituzionale. Siamo stati trattati alla stregua delle liste civetta”.

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