Economia
Fiat non anticiperà più la Cassa integrazione ai lavoratori ex Bertone. E ribadisce l’ultimatum
Ci è voluto poco più di un’ora per mettere con le spalle al muro sindacato e lavoratori della ex Bertone, oggi Officine automobilistiche Grugliasco. Questa la durata dell’incontro svoltosi oggi all’Unione industriale tra Fiat e Fim-Uilm-Fismic-Fiom. Il primo pugno in faccia è arrivato quando l’azienda ha spiegato ai sindacati che, se nei prossimi giorni il ministero del Lavoro non firmerà l’autorizzazione per il secondo anno di cassa integrazione straordinaria alla ex Bertone, il Lingotto da aprile non anticiperà più il pagamento della cassa integrazione ai lavoratori. Fiat sostiene, infatti, che si tratterebbe di un onere finanziario molto pesante: circa 5 milioni di euro. In effetti, pensando all’attivo netto annunciato (600 milioni di euro) per il bilancio 2010, appare davvero una cifra insormontabile… I rappresentanti dell’azienda hanno quindi invitato le organizzazioni sindacali a intervenire nei confronti di tutti i soggetti interessati, per velocizzare l’iter della pratica. Un atteggiamento francamente sfacciato. Per essere gentili.
Anche perchè per l’accordo ex Bertone vero e proprio, l’azienda ha spiegato nuovamente di ritenere chiuso il negoziato sullo stabilimento al 22 marzo scorso e che un eventuale accordo “dovrà necessariamente riprendere integralmente i contenuti di quello firmato per Mirafiori. Per adeguare alle necessità il livello di competitività dei due stabilimenti si richiede l’applicazione in entrambi delle stesse modalità organizzative, produttive e gestionali”. Il management Fiat nella riunione ha anche specificato che bisogna fare in fretta.
La riunione del rappresentanti sindacali aziendali è stata convocata per domani pomeriggio alle 14.
FIOM. Giorgio Airaudo: “Siamo di fronte ad una Fiat estremista e inaffidabile, si disdicono accordi, si limitano le libertà di azione sindacale e si tenta di forzare la volontà dei lavoratori, come nel caso della Bertone, non anticipando più la cassa integrazione”.
FIM-UILM-FISMIC. Non una parola sulla questione cassa integrazione, come se fosse tutto normale. Sull’accordo: “Chiediamo alla Fiom (sindacato di maggioranza nella rappresentanza aziendale dello stabilimento, ndr) di indire un referendum per l’approvazione dell’accordo, accordo che a noi andava bene ieri e che va bene ancora di più oggi che i tempi si stanno stringendo. Chiediamo quindi che la Fiom si faccia carico di spiegare la situazione ai lavoratori. Per quanto ci riguarda faremo di tutto perchè la produzione resti almeno in Italia visto che secondo alcuni voci la Maserati potrebbe essere anche prodotta oltre oceano. Oggi l’azienda ci ha consegnato una dichiarazione in cui con chiarezza ci dice quale sarà il contratto applicato alla ex Bertone, con alcune specificità rispetto a quello di Mirafiori, per esempio per quanto riguada la pause che passano da 20 a 30 minuti”.
REAZIONI POLITICHE. La prima è quella del candidato sindaco per la Federazione della Sinistra e Sinistra critica, Juri Bossuto: “Oggi vi è stata l’ennesimo prova di che cosa vuol dire creare un pericoloso precedente: quello che era spacciato quale ‘accordo una tantum sui diritti’ che doveva riguardare solo Pomigliano, pian piano si allarga a tutte le fabbriche Fiat, generando ovunque nuovi contratti devastanti per i lavoratori”.
Altri al momento tacciono.
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