Cronaca
Processo Giovine: sfilata di testimoni che si rifiutano di rispondere
“Mi avvalgo della facoltà di non rispondere”. Se lo è sentito dire ben sette volte il giudice Alessandro Santangelo dai testimoni convocati dal sostituto procuratore, Patrizia Caputo, questa mattina al processo in cui Michele Giovine e suo padre devono rispondere delle presunte firme false della lista “Pensionati per Cota” alle scorse elezioni regionali.
Nell’aula 52 del Palazzo di giustizia di Torino sei dei testimoni non hanno risposto alle domande perché indagati per aver rilasciato una falsa testimonianza davanti al sostituto procuratore mentre la settima, Rosina Trigila, zia di Giovine, ha evitato l’interrogatorio chiamando in causa il vincolo di parentela. Ha invece ritrattato Dina Martufi, cugina di Giovine e anche lei indagata per falsa testimonianza. La Martufi ha spiegato che aveva dato una disponibilità di massima per la sua candidatura ma di non aver poi firmato nulla. Diversa la versione che aveva raccontato al sostituto procuratore in cui aveva detto di aver sottoscritto la sua candidatura a Miasino, nel novarese.
Presente in aula, questa mattina, anche l’ex presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, sfidante di Roberto Cota alle scorse elezioni regionali, parte civile nel procedimento. Il giudice Santangelo ha aggiornato la seduta al prossimo 9 di maggio.
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