Piemonte
QPress, quando i fumetti raccontano la storia
Joe Sacco ci ha insegnato che si può fare giornalismo con i fumetti. Con i suoi reportage dai luoghi caldi del pianeta ha dato fama e lustro al graphic journalism, genere che in Francia gode da anni di ottima salute con un autore che più degli altri si segna per la raffinatezza della sceneggiatura e l’accuratezza delle storie, Étienne Davodeau. In occasione del Torino Comics chiusosi domenica scorsa la casa editrice torinese QPress, che da alcuni anni ne traduce l’opera, ha dato alle stampe Un uomo è morto che narra le vicende della morte di un operaio durante una manifestazione a Brest, nel 1950, e il successivo documentario di un giovane regista che riesce ad appianare il conflitto in atto fra proletari e padroni. “Davodeau è un grande talento del fumetto d’Oltralpe – spiega l’editore Giuseppe Peruzzo . Si è imposto per ben due volte come miglior sceneggiatore al Festival di Angouleme (che sta al fumetto europeo come gli Oscar stanno al cinema, ndr) con due titoli come Rurale e La brutta gente che appartengono al nostro catalogo. Racconta storie del mondo operaio e agrario con un’attenta documentazione e un grande talento di scrittura”. Confermiamo: Un uomo è morto commuove e incuriosisce e, una volta finito, lascia nella mente la stessa impronta di un bel film.
Ma la QPress ama sperimentare. Il suo editore si è laureato in Scienze e arti della stampa al Politecnico di Torino con una tesi sulle riviste di fumetti d’autore che è poi diventata Persone di nuvola, primo libro della sua casa editrice nel 2003. I titoli in catalogo sono 23, tutti fumetti di qualità, per la maggior parte francesi. Peruzzo è anche autore di Anser e Atrox, inoltre pubblica Q International, la prima rivista di fumetti senza parole, e ha lanciato una collana dal titolo Hic sunt leones che sperimenta nuove strade del fumetto con contaminazioni con altri linguaggi e un approccio artistico nel quale ogni copia viene personalizzata: un fumetto è stato stampato su un vecchio quaderno di scuola, un’altra storia dal titolo Ferrovia secondaria nasce su strisce nelle quali i pensieri dei due protagonisti vengono posti ai due lati dei binari. Un doppio monologo interiore che sarebbe piaciuto a Joyce e Schnitzler. Ostico? Certo. Come richiede l’arte quando deve portarci oltre i nostri limiti.
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