Ambiente
Pejrone e Collo con il FAI cuneese per discutere di “ambiente che chiede aiuto”
L’ambiente in cui viviamo è in continua evoluzione: le catastrofi naturali hanno da sempre determinato cambiamenti nel nostro pianeta con un’influenza ben maggiore ai danni imputati all’opera umana, ma questo non deve essere un alibi per noi, abitanti del pianeta terra, a comportarci come degli sfruttatori spudorati del patrimonio ambientale in cui viviamo. E’ questo il tema principale su cui, in modo appassionato e coinvolgente, hanno dibattuto l’architetto Paolo Pejrone – paesaggista di fama internazionale – ed Enrico Collo – divulgatore naturalistico di geologia e astronomia, stimolati e provocati dal giornalista Piero Dadone nel talk-show organizzato dalla Delegazione FAI di Cuneo dal titolo “L’ambiente chiede aiuto: fai qualcosa!”.
“Finché non si crea una cultura ambientale – ha spiegato Pejrone nel suo intervento – espressa anche attraverso l’indignazione della gente comune nei confronti di tanti obbrobri che possiamo vedere quotidianamente, le cose non cambieranno. Le soluzioni sono tante e tutte possibili. Prima di tutto la consapevolezza di fare qualcosa non perchè costretti da regolamenti, ma per tutelare il nostro bene più prezioso, l’ambiente in cui viviamo con le nostre famiglie”. Sull’altro fronte l’esposizione di Collo sull’evoluzione geologica della terra, con esempi concreti riferiti a località della provincia di Cuneo, ha svelato che in realtà, molto più dell’opera umana, è la natura stessa a modificare il paesaggio, con risultati sicuramente più dilatati nel tempo, ma certamente più profondi e significativi. Se in alta montagna troviamo fossili di pesci che testimoniano la presenza di mari tropicali preistorici, o ai giorni nostri verifichiamo che il sole, con l’attività esplosiva delle sue macchie, influenza non solo il clima ma anche lo sviluppo di carestie o l’alternarsi del nostro benessere fisico/psicologico, non possiamo che constatare quanta poca influenza hanno su questi cambiamenti gli esseri umani che, anzi, ne sono vittime.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese