Ambiente
“Langhe Doc – storie di eretici nell’Italia dei capannoni”, il film che vuole denunciare il degrado del territorio
“Langhe Doc – Storie di eretici nell’Italia dei capannoni”. Un film di Paolo Casalis, giovane regista e architetto braidese, autore del lungometraggio “Il Corridore” e di molte altre opere cinematografiche. Un libro di Federico Ferrero, giornalista albese. 52 minuti in formato Hdv e distribuito su dvd+libro. Si tratta di un documentario i cui personaggi, tre produttori di cibo, non solo tipico, ma elaborato alla vecchia maniera, raccontano il loro territorio attraverso le sue bellezze e il degrado del Paese. Descrivono l’Italia dei capannoni industriali, definendosi eretici perché controcorrente, determinati a fare cibo e vino come detta la terra e non la commercializzazione e la richiesta del mercato. Con Giorgio Bocca, Maria Teresa Mascarello, Silvio Pistone e Mauro Musso, Langhe Doc vuole denunciare l’eccessiva e, spesso incontrollata urbanizzazione, cementificazione del territorio, oggi candidato a patrimonio dell’umanità, Unesco, e il progressivo abbandono di alcune aree e di alcuni mestieri più tradizionali perché meno redditizi, cosa che concorre al rischio di modificare, in negativo, l’aspetto delle Langhe. In questo cortometraggio non sono gli attori ad essere in scena, ma la terra, i suoi aspetti più concreti, più genuini e i suoi stessi figli. Giorgio Bocca, apprezzato giornalista e scrittore di origine cuneese. Maria Teresa Mascarello, figlia unica di Bartolo Mascarello, patriarca del Barolo, produce vino come faceva suo nonno. Silvio Pistone produce formaggi a Borgomale e fa il pane per i suoi clienti come una volta, con una varietà di semi privi di trattamenti chimici. Mauro Musso, titolare di “Casa del Tajarin”, la pasta delle Langhe che prepara personalmente ogni giorno.
“Nel breve spazio della mia lunga vita l’Italia è cambiata in una maniera spaventosa.
É tutta una lotta contro il tempo, bisogna riuscire a diventare civili prima che il disastro sia completo. Bisogna vedere se arriviamo ancora in tempo a salvare questo paesaggio. Per me in gran parte l’abbiamo già distrutto.” Commento di Giorgio Bocca in “Langhe Doc”.
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