Lavoro
Il Governo taglia sulle rinnovabili, a Leinì licenziano 250 persone
La Compuprint di Leinì ha annunciato questa mattina ai sindacati 250 licenziamenti su 271 dipendenti. Questo avviene in seguito ai tagli degli incentivi per le energie rinnovabili decisi dal Governo. Un Paese senza politica industriale è un Paese moribondo. Su QP lo ripetiamo da tempo, aggiungendo che un Paese come il nostro dovrebbe investire in tutte le filiere industriali innovative: perchè con maggiori possibilità di sviluppo e maggiori possibilità di produrre lavoro. E tra le molte scelte sbagliate (o non scelte) compiute dalla politica c’è anche quella di cancellare gli incentivi per le energie rinnovabili, che stavano producendo migliaia di posti di lavoro e un miglioramento nella qualità delle nostra produzione energetica (oltre ai risparmi per i cittadini).
La Compuprint fa parte del Gruppo GDS e si era spostata da Caluso a Leinì per realizzare il piano industriale legato allo sviluppo dell’attività di pannelli fotovoltaici. A Leinì si stavano prospettando nuovi investimenti superiori a 5 milioni di euro e aumento degli occupati, solo due mesi fa si discuteva di 21 turni per l’aumento di lavoro.
Il drammatico annuncio è arrivato questa mattina nel corso di un incontro svoltosi presso la Confindustria del Canavese. La gravissima decisione aziendale è legata al blocco degli incentivi deciso dal Governo sul fotovoltaico: il Terzo Conto Energia con gli incentivi per il 2011-2013 è stato infatti annullato a partire da maggio e ogni nuova decisione rinviata, gettando le aziende del settore nel caos.
I sindacati unitariamente dichiarano tutta la loro rabbia: “Oggi arrivano 250 licenziamenti grazie alle scellerate decisioni del governo che, contrariamente a tutti gli altri paesi europei, danneggiano i settori delle energie rinnovabili, favorendo di conseguenza gli interessi delle grandi compagnie che fanno affari con l’energia non rinnovabile e favorendo di fatto la commercializzazione dei pannelli fotovoltaici a basso costo provenienti dalla Cina e dall’estremo oriente. La Regione Piemonte deve intervenire per impedire la distruzione di un comparto che in Italia conta 120.000 dipendenti e diverse migliaia nella regione. Chiediamo un incontro urgentissimo al Presidente Cota e all’assessore Giordano, unitamente a tutti gli enti locali. Il Canavese già martoriato non può subire questa situazione. Abbiamo inutilmente chiesto all’azienda di soprassedere dai licenziamenti in attesa delle decisioni del governo, che saranno fondamentali per la Compuprint e per tutto il settore fotovoltaico, e salvaguardare gli investimenti fatti finora”.
Mercoledì si terrà un’assemblea presso lo stabilimento di via Lombardore 282 a Leinì per decidere le iniziative di mobilitazione necessarie.
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