Cittadini
Mediazione civile in Regione: Idv e Fds denunciano costi occulti e scelte azzardate
A darne l’annuncio in grande stile sono stati il 21 marzo Roberto Cota e l’assessore al Lavoro Claudia Porchietto: “Siamo sempre stati consapevoli – ha puntualizzato il presidente – del fatto che una giustizia civile veloce, che dia quindi delle risposte ai cittadini in termini di efficienza del servizio, sia un patrimonio di tutti e anche un valore aggiunto: e la mediazione civile va proprio in questa direzione”. Ed eccolo allora pronto e attivo, il primo sportello informativo regionale sulla mediazione civile, operativo presso l’ufficio relazioni con il pubblico a piazza Castello. “Un’iniziativa nata dalla collaborazione con la fondazione Aequitas – ha spiegato la Porchietto – che si è messa da subito a disposizione per fornire un servizio informativo. .
Nel circondario del tribunale di Torino si aspettano circa 2mila mediazioni obbligatorie al mese, da assorbire da parte degli organismi, con esclusione delle cause di competenza dei giudici di pace. Dall’anno prossimo, con la prevista obbligatorietà della mediazione per gli incidenti stradali e per le liti condominiali, il numero è destinato ad aumentare in maniera consistente, senza dimenticare la valenza sociale di tale istituto”. A sentire il governo Cota, una vera e propria manna dal cielo
COS’È LA MEDIAZIONE CIVILE. La mediazione è un procedimento attraverso il quale due parti in contrasto raggiungono un accordo “amichevole” con l’aiuto di un professionista terzo e indipendente. Se l’accordo arriva nel corso di una causa e il terzo è dunque il giudice, la conciliazione si definisce “giudiziale”; altrimenti è detta “stragiudiziale”, se ottenuta al di fuori del processo. In questo caso il terzo può essere un giudice (come il giudice di pace) oppure un altro soggetto, anche un professionista, detto “mediatore”. Per quanto riguarda le indennità dovute dalle parti all’organismo di mediazione (da 105 euro a 9.240 per le cause con valore oltre i 5 milioni di euro) sono regolate da una precisa disciplina che mette in corrispondenza valore della lite e costo della procedura. La mediazione è comunque totalmente gratuita per coloro che nel processo beneficiano del gratuito patrocinio: in tal caso all’organismo non è dovuta alcuna indennità. L’istituto, introdotto con il decreto legislativo n. 28 del 4 marzo 2010, è obbligatorio per alcune specifiche materie: diritti reali, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazioni, accordi di comodato, cause per risarcimenti dei danni causati da colpa medica o riguardanti la diffamazione a mezzo stampa, ma anche contratti assicurativi, bancari e finanziari.
LE CRITICHE DI IDV E FDS. L’iniziativa della Regione non convince l’Italia dei valori, né la Federazione della sinistra, che per bocca dei capigruppo Eleonora Artesio e Andrea Buquicchio chiedono chiarimenti alla giunta Cota: “Quali sono le procedure adottate per l’individuazione del soggetto Aequitas Adrte come associazione autorizzata allo svolgimento della mediazione? Perchè non si segnala che il servizio è a pagamento?”. In Piemonte ci sono 23 sedi operative di organizzazioni dedite alla mediazione civile: le figure professionali che opereranno all’interno del palazzo della Regione fanno parte di una di queste organizzazioni (l’Aequitas, appunto, con sede a Torino in via Pietro Micca), che secondo quanto riportato dall’agenzia Asca conta circa 400 avvocati aderenti in tutta Italia, di cui 170 in Piemonte. L’Aequitas, fondazione nata nel 2001, ha dato alla Regione la propria disponibilità ad aprire uno sportello attivo gratuitamente 3 giorni a settimana, “con costi contenuti per quanto riguarda la mediazione vera e propria”. Precisazioni che nella baldanzosa conferenza stampa del 21 marzo sono sfuggite al presidente Cota. Idv e Fds lamentano inoltre la mancata regolazione per via amministrativa del rapporto tra Regione e Aequitas Adr, “non fosse – si legge nell’interrogazione – che per la presenza di esterni nelle strutture pubbliche e per la funzione di accoglienza loro delegata”. E soprattutto, si domandano i due capigruppo, “perchè è stata scelta proprio l’Aequitas, con quale criterio?”. Domande legittime, o forse forzature politiche. Di sicuro c’è solo che qualche precisazione in più, da parte del presidente Cota, sarebbe stata utile.
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