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Crisi immigrati: caos assoluto. Tutto fermo fino a martedì

Redazione Quotidiano Piemontese

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Gli anziani piemontesi, di fronte a queste situazioni, scuotono la testa e mormorano (in dialetto): “Neanche capaci a organizzare un gioco da bocce…”. Più sbrigativamente, si potrebbe sintetizzare: “Incapaci”. Sono le uniche considerazioni che si possono fare di fronte al caos assoluto e totale sulla questione profughi/immigrati clandestini. Da settimane, svariate settimane si conosce la situazione degli sbarchi a Lampedusa, da mesi le rivolte scuotono il nord Africa: ma noi riusciamo ad essere totalmente impreparati a gestire l’evento, almeno nella prima fase. Anche gli osservatori neutrali di Amnesty International parlano di gestione fallimentare e condannano anche l’Europa.
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Ma andiamo con ordine e cerchiamo di riassumere quanto accaduto in questa giornata convulsa
ORE 9, INCONTRO A PALAZZO CHIGI. Nell’incontro di questa mattina a Palazzo Chigi, il governo ha proposto agli enti locali di aggiornare la cabina di regia sull’emergenza immigrati a martedì prossimo, dopo il viaggio del premier Silvio Berlusconi a Tunisi, non trovando una soluzione condivisa con Regioni ed enti locali. Ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani: “Leggo dalle agenzie di stampa che oggi ci sarebbe stato accordo fra le Regioni e il Governo sulla soluzione provvisoria di tendopoli. Non è così come abbiamo detto chiaramente in questi giorni, e ancora stamattina al Governo”.

Una tendopoli in ogni regione, con 7000 già pronte per essere montate in due giorni (800 per 2400 posti totali a Torino) su tutto il territorio per ospitare non solo i profughi ma anche i cosiddetti clandestini. Era questa la proposta.

Ma, quindi, le Regioni non ci stanno: gli accordi presi con il governo, mercoledi’ pomeriggio, erano altri, a loro spettava occuparsi solo dei profughi, non degli immigrati clandestini. Ma il problema che tormenta il governo da settimane non sono certo i 2 mila profughi libici ma i 20 mila clandestini che premono sul sud Italia. “Diciamo no a situazioni che non si possono gestire, le tendopoli non sono gestibili – ha scandito, a riunione appena conclusa, il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani – abbiamo chiesto un nuova proposta che l’esecutivo si è riservato di presentare martedì”.

Le Regioni rimangono convinte che per questi immigrati vada attivato l’articolo 20 del testo unico sull’immigrazione che offre protezione temporanea agli immigrati e offre la possibilità di ricongiungimenti familiari con persone che si trovano in altri Paesi dell’Europa.

COTA. “In un momento come questo è molto importante mantenere la calma e sostenere l’azione del ministro Maroni e del presidente Berlusconi che lunedì saranno a Tunisi per arrivare al rimpatrio dei clandestini”. E’ quanto dichiara il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. Nulla sui numeri destinati al Piemonte, nulla sulla tendopoli alla Continassa.

STOP ALLA TENDOPOLI DI TORINO. Nel pomeriggio, la Prefettura di Torino ha sospeso l’allestimento della tendopoli che i vigili del fuoco stavano montando all’Arena Rock a nord di Torino. Decisione arrivata  dopo che questa mattina il sindaco, Sergio Chiamparino, aveva sospeso la disponibilità dell’area non avendo ottenuto le garanzie richieste, nessuna comunicazione dal Governo e in attesa delle decisioni che emergeranno martedì dal tavolo di crisi. La decisione sul campo, che doveva ospitare circa 300 tende da 8 posti ciascuna, è quindi rimandata.

BERLUSCONI, ORE 17. “Sulle coste del nostro Paese è in arrivo uno tsunami umano ed è per questo che è necessario fermare l’ondata di sbarchi e rimpatriare i migranti che sono già arrivati in Italia”. Il premier ha spiegato che l’Italia è disposta ad aiutare la Tunisia anche sul piano finanziario “a fronte dell’impegno a fermare l’uscita illegale di loro cittadini dal loro paese” e aggiunto che l’Italia si è impegnata “in linee di credito ed equipaggiamenti a forze di polizia impegnate nel controllo per un valore vicino ai 100 milioni dalla metà del mese di aprile”.Insomma, il ‘no’ delle Regioni alle tendopoli e la richiesta al governo di “gestire l’emergenza con senso delle istituzioni” ha fatto mutare i piani. Anche perchè la tendopoli di Manduria, in Puglia, vede continue fughe di ‘ospiti’ e situazione ingestibile all’interno, gli amministratori di centrodestra sono in rivolta in mezza Italia.

2500 POSTI DALLA CARITAS. Il vescovo Mariano Crociata, segretario della Cei segnala che “la Caritas ha individuato 2500 posti in 93 diocesi, 200 dei quali in una struttura dell’arcidiocesi di Agrigento, che con l’isola di Lampedusa è la diocesi più impegnata”.

DESTRA IN PIEMONTE. La destra piemontese, dopo gli attacchi a Chiamparino di ieri (tra gli altri, il consigliere regionale Gianluca Vignale: “La tendopoli porterà un’emergenza sicurezza con conseguenza disastrose” e “Torino si troverà invasa da immigrati in fuga”), al momento si nasconde, visto che la tendopoli la stavano costruendo per ordine del Governo… Al limite parla di doveri dell’Europa e della Tunisia.

IL PD PIEMONTE. Il segretario regionale del Pd, Gianfranco Morgando: “Di fronte a una così grave emergenza, il Governo e il ministro dell’Interno stanno dimostrandosi incapaci di adottare decisioni all’altezza della situazione. La stessa inadeguatezza contraddistingue l’operato di Cota, incapace di svolgere un ruolo di coordinamento e di proposta di soluzioni condivise con i diversi livelli istituzionali. Invitiamo Cota ad accogliere immediatamente la proposta del Pd di un tavolo istituzionale che promuova intese con le amministrazioni locali per soluzioni logistiche sostenibili è, infatti, un errore puntare su ampie tendopoli e grandi strutture assai difficili da gestire, mentre sarebbe necessario ripartire gli immigrati in piccoli e diffusi gruppi, come proposto anche dalla Caritas. Auspichiamo, poi, che il Governo sigli urgentemente un accordo con la Tunisia, per garantire il blocco delle partenze e concordare le modalità per un rimpatrio programmato e credibile”.

80 POSTI A SETTIMO, DA UN MESE. “E’ da circa un mese che abbiamo dato alla Prefettura la nostra disponibilità a ospitare nel nostro Centro un’ottantina di profughi ma ancora non sappiamo” lo ha detto il sindaco di Settimo Torinese, Aldo Corgiat. Il Centro di Settimo è un polo territoriale della protezione civile e Centro polifunzionale della Croce Rossa italiana attrezzato con strutture per i pasti e presidi sanitari . “La protezione civile e la rete di solidarietà sono assolutamente in grado di fornire tutta l’assistenza nella fase di accertamento, che dura circa 60 giorni, dello status degli immigrati” ha cooncluso Corgiat. Il Centro di Settimo negli anni scorsi ha già ospitato in due tranche circa 350 profughi somali.

TERZO POLO. “Anche sul tema della immigrazione Cota e Chiamparino dimostrano tutti i loro limiti: Cota si arrampica sui vetri dei distinguo tra clandestini e profughi per non pagare il dazio della solidarietà regionale. Chiamparino a parole manifesta disponibilità, ma nei fatti non offre soluzioni”. Lo sottolinea il candidato sindaco di Torino, Alberto Musy. “Il Governo dica con chiarezza chi va ospitato in Piemonte e gli enti locali individuino subito i siti senza giocare a scaricabarile. Soprattutto il Governo sia serio e ripartisca secondo criteri e proporzioni corrette il numero di immigrati da ospitare”, conclude.

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