Cultura
Il merchandising sabaudo in 40 idee: oggi prototipi, domani, forse, Reali
Si va dai giardini formato mignon (scatolette con piantine vere che riproducono i capolavori botanici delle dimore principesche) alle tovagliette decorate con volute barocche, dai portaoggetti che riprendono le gorgiere dei vestiti nobiliari ai gioielli col nodo dei Savoia. Ma la vera chicca sono i lecca-lecca a forma di baffi (e non baffi qualsiasi, attenzione, baffi da re). Ecco alcuni degli oggetti di merchandising che tra non molto potrebbero fare il loro ingresso nei bookshop delle residenze sabaude piemontesi. Le idee sono il risultato dell’incontro tra 150 studenti di design del Politecnico di Torino (un numero che ben si sposa con lo spirito di questi tempi) e 30 aziende artigiane piemontesi. Il progetto, che ha preso avvio nel 2009, è promosso da Confartigianato e ha il contributo della Camera di Commercio di Torino e della regione Piemonte.
Per ora le idee, una quarantina in tutto, sono prototipi alla ricerca di committenti e sono rivolte in modo particolare al circuito delle residenze sabaude, da Palazzo Reale a Palazzo Madama, da Palazzo Carignano alla Venaria. Ma il progetto ha suscitato anche l’interesse di alcuni comuni: infatti l’ampio catalogo delle proposte comprende oggetti di arredo urbano e museale (come il modello di panchina con cortigiani in legno o il tombino informativo che permette ai passanti di orientarsi). In questi giorni i prototipi sono stati esposti in una mostra, intitolata Materialmente, che ha incontrato un buon successo di pubblico (tanto da prorogare di una settimana il termine di chiusura). Ora inizia il delicato percorso verso la realizzazione e la commercializzazione. Si tratta di un progetto ambizioso, nato in una città che da anni ha legato la sua storia al prestigio del design: “Questi mesi – ci racconta Erika Merlucchi di Confartigianato Imprese Torino – sono stati veramente formativi. Grazie alla collaborazione tra Politecnico e artigiani, gli studenti hanno potuto confrontarsi con la realtà , studiare a fondo i materiali (dai più tradizionali ai più innovativi), avvicinarsi a quell’alchimia di creatività e senso pratico che fa un buon prodotto di design”. Anche i ragazzi del Poli, che in questo periodo si sono dati il cambio per accogliere i visitatori alla mostra, non nascondono la loro soddisfazione. Ma questi lecca-lecca a baffo reale sono piaciuti? “Sì – ci dicono sorridendo – Molte persone si avvicinavano incuriosite. Quando però scoprivano che per ora sono solo prototipi in resina e non si possono assaggiare ci restavano un po’ male”.
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