Economia
Fiat-Chrysler: il quartier generale sarà negli USA. L’azienda: zero novità rispetto a febbraio
La notizia è uno degli argomenti più dibattuti a Torino: “quando sarà trasferita negli Usa la sede del gruppo derivante dalla partnership fra Fiat e Chrysler ?” Oggi è arrivato un segnale più forte degli altri che indicano quanto l’unione operativa si stia saldando di settimana in settimana attraverso molti indizi. Il quartier generale della società dovrebbe spostarsi negli Stati Uniti, lasciando Torino, secondo quanto riporta uno special report di Reuters. Torino appare oramai tagliata fuori: secondo la Reuters “Il gruppo Fiat intende spostarsi in Usa per il regime fiscale più favorevole”. La Fiat smentisce la notizia con un comunicato. Ma già nelle dichiarazioni di Marchionne a febbraio, a cui l’azienda fa riferimento come ultime attendibili, noi avevamo fatto notare che non era smentito in alcun modo il trasferimento (link all’interno) mentre tutti inspiegabilmente gioivano.
La vicenda delle voci e delle smentite dura da lungo tempo. Marchionne a inizio febbraio, non aveva escluso il trasferimento di Fiat a Detroit, ma poi aveva rettificato che una decisione sull’argomento non era stata presa.
Nei giorni successivi John Elkann ha dichiarato che lo scenario più probabile era la creazione di quattro centri direzionali: Torino per l’Europa, Detroit per il Nord America e Brasile e Asia per i mercati emergenti.
Marchionne punta a salire al 51% di Chrysler nel 2011, anche se sostiene che per la fusione c’è ancora tempo. Secondo una fonte vicina all’azienda, Fiat punta ad acquistare la partecipazione nel gruppo Usa subito dopo la quotazione in borsa.
Fiat ha attualmente il 25% del gruppo americano e può salire al 35% a titolo gratuito se verranno soddisfatte condizioni legate alla produzione e alla commercializzazione dei veicoli statunitensi. Il gruppo torinese ha anche un’opzione per acquistare l’ulteriore 16% per salire al necessario 51% solo dopo che Chrysler avrà ripagato il debito di circa 7 miliardi di dollari con il governo Usa e canadese.
Marchionne vuole quindi rifinanziare il debito Chrysler per restituire ai governi il denaro investito durante il salvataggio del 2009 e poi esercitare l’opzione per acquistare il 51% e riportare Chrysler a Wall Street.
Marchionne sta anche valutando la quotazione di Ferrari e punta a realizzare dall’operazione un valore di 5 miliardi di euro ragionando economicamente secondo un prodotto non automobilistico, ma di lusso.
La Fiat semtisce con un comunicato le notizie:
“In relazione alle notizie pubblicate oggi dalla Reuters sullo spostamento della sede legale negli Stati Uniti si precisa che si tratta con tutta evidenza di informazioni non attuali come appare chiaro dal fatto che siano state pubblicate all’interno, e senza particolare evidenza, di un lungo report sulla Fiat. A nostro avviso ben diverso sarebbe stato infatti il peso dato alla notizia in caso di informazioni fresche ed esclusive. Nulla infatti è cambiato rispetto alle notizie che erano apparse all’inizio di febbraio e che erano state commentate e precisate dall’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne in occasione dell’audizione parlamentare del 15 febbraio scorso.
E’ quindi opportuno ricordare quanto il dottor Marchionne disse sull’argomento:
“Stiamo lavorando al risanamento di Chrysler, in modo che la Fiat sarà nella posizione per aumentare la propria quota. Al momento la società americana non è quotata, ma speriamo che questo succeda in un prossimo futuro. Quando avremo due entità legali che coesistono, quotate in due mercati diversi, si porrà evidentemente un problema di Governance.
La scelta sulla sede legale non è ancora stata presa. Sarà condizionata da alcuni elementi di fondo. Il primo è il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali. Il secondo ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto Fabbrica Italia”.
Disse anche, Marchionne, concludendo quel pensiero, ‘decideremo entro il 2014’.
Questo quanto avevano scritto in proposito, mentre tutti gioivano per una smentita che non c’era stata.
Sulla notizia stanno iniziando ad arrivare i commenti politici
Secondo dice Juri Bossuto, Candidato Sindaco della Federazione della Sinistra “E’ drammatico constatare – come l’evolversi del fatti abbia dato ragione alle previsioni della Fiom. Dopo aver spaccato sindacati e lavoratori in due, ed ora preparandosi a fare la stessa cosa per la Bertone, Marchionne annuncia con solenne semplicità oil trasferimento del cervello dell’azienda all’estero, dove le tasse sono inferiori. Il manager in maglioncino blu si presenta come il prototipo di dirigente della speculazione finanziaria attuale,in cui territorio, lavoratori e ricerca nulla hanno da sperare di fronte a facile speculazioni e profitti. La politica e le istituzioni sono silenti e impotenti di fronte all’arbitrio di un’azienda da sempre finanziata con soldi pubblici. Mi chiedo se continuano ad essere così proni con Fiat coloro che si sono schierati senza se e senza ma con Marchionne dando indicazione di voto per il referendum, a cominciare dal sindaco Fassino. Quando la testa va via dopo un po’ la segue anche tutto il corpo”.
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