Piemonte
Il Pd: “La Lega voti con noi contro il nucleare, come ha fatto Zaia in Veneto”
“Ora che anche il Veneto ha detto no al nucleare, che cosa pensa di fare il Presidente Roberto Cota?”: è quanto chiedono il parlamentare Luigi Bobba e il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Aldo Reschigna, dopo che il Consiglio regionale del Veneto ha approvato una mozione che dice no al nucleare in quella Regione (nuove centrali e siti di stoccaggio), mozione che è stata votata dalla Lega Nord insieme al Pd e alle altre opposizioni di centrosinistra.
“Si tratta di un atto importante sotto il profilo dei contenuti, perché impegna la Giunta ad esprimere parere negativo all’eventualità di un insediamento nel Veneto di centrali nucleari, a dichiarare l’indisponibilità ad ospitare centri anche temporanei, per lo stoccaggio, smaltimento o smistamento di scorie radioattive, ad attivarsi per modificare la legge 99 salvaguardando il diritto di autodeterminazione delle Regioni anche in materia energetica e ad elaborare un piano energetico regionale per lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che utilizzino fondi di energia rinnovabili. Ma è un atto rilevante soprattutto sotto il profilo politico visto il sostegno della Lega Nord, il partito di cui fa parte il governatore Zaia”.
Secondo Luigi Bobba e Aldo Reschigna “Cota non può più limitarsi a generiche rassicurazioni sul fatto che in Piemonte non verranno realizzate nuove centrali. Invitiamo il Presidente e il suo partito a passare ad atti concreti, per questo il Pd ripresenterà un testo analogo a quello approvato in Veneto e invitiamo i leghisti a votarlo per dire no non solo a nuove centrali, ma anche al permanere delle vecchie scorie nucleari a Trino e Saluggia. Dal Governo ci aspettiamo una rapida individuazione del sito del deposito unico nazionale e Cota dovrebbe incalzare il Governo. Speriamo che questa volta Cota non dia ordine ai consiglieri di Lega e Pdl di votare contro, come invece fece in occasione della recente presentazione di un’analoga mozione che venne respinta dalla maggioranza”.
Resto, poi, da capire come sia possibile che la Lega sostenga una certa posizione sul territorio e un’altra quando siede sui banchi del Governo, a Roma. Una costante di cui pare non accorgersi nessuno.
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