Cronaca
Via al processo sullo ‘scandalo Grinzane’. La procura rifiuta la proposta di patteggiamento
Questa mattina il aula al Palazzo di Giustizia di Torino non c’era Giuliano Soria né suo fratello Angelo, ex dirigente del settore comunicazione istituzionale della Regione Piemonte, e il cuoco Bruno Libralon, presidente dell’Icif (Italian culinary institute for foreigners). A più di due anni dallo scandalo del Premio Grinzane Cavour è partito oggi il processo che chiama i tre a rispondere di diversi capi d’accusa. La procura si è opposta alla richiesta dei legali di Giuliano Soria, imputato per reati che vanno dal peculato alla violenza sessuale nell’ambito dell’inchiesta sul Premio Grinzane, di patteggiamento della pena: 4 anni e tre mesi con riduzione di 12 mesi per effetto dell’indulto, è stata la proposta della difesa.
Oltre a Regione Piemonte, comuni di Costiglione d’Asti e Grinzane Cavour, a diversi ex dipendenti e al maggiordomo Nitish, presente in aula e che accusa il patron del Premio di violenza sessuale, oggi si sono costituiti parte civile anche il ministero dei Beni culturali e l’Agenzia delle Entrate. Il ministero ha quantificato i danni subiti dalla gestione Soria, contando i finanziamenti erogati e quelli a rendiconto, in 924 mila euro.
L’Agenzia delle Entrate ha invece calcolato il danno erariale e i contributi non versati dallo chef Libralon, verso il quale si è costituita parte civile, che ammonterebbero a 533 mila euro. Nella prossima udienza, programmata per il 7 di aprile, verrà ascoltato Nitish, il maggiordomo delle Mauritius che accusa Giuliano Soria di violenza sessuale, e alcuni ex dipendenti del Premio.
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