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Cultura

Apre la mostra Turin Earth: uno sguardo sui migranti per svelarci chi siamo

Redazione Quotidiano Piemontese

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Ci sono momenti in cui i confini tra cultura e cronaca si fanno labili. L’inaugurazione al Museo Diffuso di Torino della mostra Turin Earth, tutta dedicata ai migranti, cade in ore convulse: la crisi libica, gli sbarchi a Lampedusa, un Paese costretto a interrogarsi su problemi antichi e nuovi, apparentemente insolubili. Riflettere sul tema dei migranti è quanto mai indispensabile. Tanto più in questi giorni di celebrazioni (in effetti la mostra rientra nei programmi di Italia 150) e tanto più perché l’Italia si porta dietro una storia di migrazioni che pochi altri paesi nel mondo hanno vissuto.

Turin EarthCittà e nuove emigrazione è un’evidente allusione a Google Earth, il sito internet che permette di osservare la superficie terrestre con vedute aeree via via più dettagliate. La mostra funziona proprio così: parte dall’alto, con una panoramica di Torino, per “zoomare” progressivamente sui particolari. In questo modo il mondo dei migranti viene visto sotto varie angolazioni: il percorso inizia con i quartieri di residenza per arrivare agli spazi di lavoro e di studio. Poi entra nelle singole abitazioni e infine raggiunge un punto simbolico: quattro storie (Berthim, Silvana, Mustapha e Mirela) esprimono e sintetizzano infinite vite. C’è modo di spaziare su diversi terreni: dalle esperienze di viaggi intercontinentali ai phone center, dalle pratiche religiose alle culture alimentari (alcune, come la preparazione del kebab, ormai familiari anche per i torinesi di vecchia data). E’ un mondo descritto con grande rispetto, ma anche con senso della realtà e senza censure: alcune delle immagini proposte arrivano dal Cie, il Centro di Identificazione e di Espulsione, spesso nell’occhio del ciclone per fatti di cronaca. Con Google Earth la mostra condivide anche la passione per la multimedialità: i pannelli tradizionali sono integrati da filmati, touch screen, cuffie per ascoltare le interviste e immagini a grandezza naturale, che danno la possibilità di chiacchierare virtualmente con i protagonisti.

Turin Earth mette da parte i freddi dati statistici e dà spazio alla calda vita, alle storie raccontate direttamente dai nuovi torinesi, che descrivono i loro spazi di vita e il loro senso di appartenenza ai luoghi. In un lavoro durato più di un anno, circa trenta testimoni sono stati accompagnati nelle loro realtà quotidiane, intervistati, ascoltati, fotografati. La mostra coniuga il risultato di questi studi con materiali d’archivio, esposti anche per dimostrare come il fenomeno migratorio sia cambiato nel corso degli anni. I curatori sono tre giovani antropologi: Carlo Capello, Pietro Cingolani e Francesco Vietti. “Tra tante storie, una mi ha colpito in modo particolare – ci racconta Vietti – Mina abita con i suoi bambini nel campo di via Germagnano, un luogo che i Torinesi faticano a riconoscere come parte della città. E’ il ‘fuori per definizione’: se si trovasse in una mappa antica sarebbe bollato come ‘hic sunt leones’. Andare a casa di Mina significa scoprire che la sua vita familiare, pur con tutte le ovvie differenze, somiglia alla nostra molto più di quanto possiamo immaginare. E questo è il messaggio che vorremmo lasciare ai visitatori”. Una bella sfida, per un uomo che abita a Porta Palazzo e che dice sorridendo. “Fare ricerca per me è semplice: mi basta aprire la finestra”. “Lo studio – aggiunge Cingolani – è un’occasione per creare legami e dimostrare che spesso la paura deriva dalla non conoscenza. Alcuni abitanti di Barriera di Milano oggi osservano con timore i gruppi di Nigeriani, ma confessano di essere stati guardati con la stessa diffidenza quando, molti anni fa, arrivarono dalla Puglia”.

Turin Earth propone anche attività per le scuole e un ricco calendario di appuntamenti: si comincia venerdì con lo spettacolo teatrale dedicato ai rifugiati politici e realizzato dalla Cooperativa Sociale Progetto Tenda.

Turin Earth è aperta fino al 27 novembre – ingresso 4,50 €, ridotto 3 €

Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà: C.so Valdocco 4a, Torino

Info : 011 43 61 433 – www.museodiffusotorino.it

Foto: Michele D’Ottavio

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