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Cultura

Il bradipo che arriva alla meta

Davide Mazzocco

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Bradipolibri è una piccola casa editrice torinese che contrariamente all’animale indolente dal quale si fa rappresentare si è ricavata uno spazio di tutto rispetto nel sistema editoriale italiano grazie a saggi e romanzi che raccontano tanto le storie più belle dello sport, quanto i retroscena meno conosciuti. È il caso di Pallone desaparecido e di Nell’ombra di Coppi, le ultime due novità sportive di un catalogo che spazia dal calcio al ciclismo, dalla ginnastica alla boxe, con alcune riuscite inchieste anche su società e ambiente. Abbiamo incontrato Luca Turolla, per una chiacchierata a tutto tondo sui suoi primi undici anni da editore.

Perché per una casa editrice di sport è stato scelto il bradipo, simbolo della lentezza?

L’idea era proprio quella di risultare evidenti grazie all’ossimoro. Infatti quando pubblicammo con grande successo Massacro alla catena, un quotidiano titolò Il bradipo corre grazie al doping. Il senso è che lo sport fa muovere anche un bradipo o, se vogliamo andare ancora più in profondità, è che nell’editoria si può arrivare alla meta anche con lentezza e ponderazione.

L’editoria sportiva ha delle proprie peculiarità?

Le letteratura sportiva è una nicchia e noi, spesso, all’interno di questa nicchia parliamo di sport di nicchia… In Italia vengono pubblicati 62.000 titoli all’anno, circa 170 libri al giorno, di questi il 90% vende meno di tre copie nei normali circuiti. È ovvio che essere presenti sul mercato da quasi dodici anni sia per noi motivo di grande soddisfazione. Questo perché la scelta di puntare sullo sport si è rivelata positiva. I nostri lettori sono appassionati e seguono con attenzione le nostre uscite. Inoltre attraverso lo sport riusciamo ad avvicinare anche il pubblico dei giovani.

Quali sono stati i vostri più grandi successi?

Massacro alla catena e Palla avvelenata i nostri due libri sul doping nel ciclismo e nel calcio sono stati un grande successo commerciale e hanno portato alla luce il nostro progetto editoriale. Ma vorrei segnalare anche il libro di Ilaria Leccardi sulla ginnastica artistica Polvere di magnesio che in un anno ha venduto 3.000 copie, un risultato straordinario per una specialità considerata di nicchia. Anche Appena sotto il cielo, il libro di Fabio Marzaglia sulla vittoria di Marco Pantani a Oropa al Giro d’Italia del 1999 è andato a ruba. In termini di “critica” sono stati molto apprezzati Saluti da Buenos Aires di Teodoro Lorenzo che ha vinto il Primo Premio Acsi-Coni o L’insostenibile leggerezza di Effenberg di Gabriella Greison e Independiente sporting del commissario tecnico della nazionale italiana di pallavolo Mauro Berruto che hanno ottenuto una segnalazione al Premio Coni. E non voglio dimenticare le nostre inchieste nel sociale, focalizzate su tematiche di scottante attualità come l’ambiente e il lavoro.

Come scoprite nuovi autori?

Ogni settimana ci arrivano 6-7 proposte editoriali il che vuol dire oltre 300 all’anno. Noi dobbiamo selezionare, filtrare. E in un anno, solitamente, pubblichiamo 15-16 titoli. Per una nostra filosofia aziendale preferiamo scommettere su autori meno noti ma forti di un tema interessante. La nostra non è editoria a pagamento: chi scrive con noi è un autore, non un cliente. Lo stesso discorso di rispetto lo facciamo nei confronti dei nostri lettori ai quali cerchiamo sempre di dare un prodotto originale, non standardizzato, non omologato.

Quali sono le vostre ultime novità?

Usciamo in queste settimane con quello che io ritengo essere uno dei libri di sport più belli scritti negli ultimi anni, Pallone desaparecido di Alex Cordoncini. Nelle sue pagine l’autore ripercorre la storia dei Mondiali di calcio del 1978, quelli disputati nell’Argentina dei colonnelli. Cordoncini scrive benissimo ed emoziona. La sera in cui l’ho finito non sono riuscito a cenare… Per quanto riguarda il ciclismo il pezzo forte di fine inverno è Nell’ombra di Fausto di Sergio Calvi che ripercorre la storia di Riccardo Filippi, il gregario di Coppi che fu campione mondiale dilettanti nel 1953, proprio il giorno prima del successo iridato del Campionissimo.

 

 

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