Piemonte
Riforma Gelmini: il Piemonte perde migliaia di cattedre, ma ha le scuole più sicure d’Italia
Se c’è qualcuno che il ministro dell’Istruzione ha messo d’accordo, sono gli alunni della 5A e della 5B dell’istituto magistrale “Renier” di Belluno. I professori protestano contro i tagli alla scuola non portando nessuna classe in gita d’istruzione? Benissimo, i ragazzi si organizzano da soli, prenotano e promettono che al rientro presenteranno le giustificazioni. Al di là di quest’episodio singolare, quasi un sogno per tutti i liceali, le esternazioni televisive nel programma “Che tempo che fa” del ministro Maria Stella Gelmini sono riuscite – ancora una volta – a innescare polemiche, basate su numeri, cifre, percentuali, ideologia. In Piemonte la mobilitazione di sindacati, alunni e insegnanti è stata costante, e le ultime frasi del ministro (“Per me la scuola pubblica è anche quella paritaria”, “Non ci saranno nuovi tagli”, “Fa comodo all’opposizione scendere in piazza”) non hanno fatto altro che riscaldare una miccia accesa da tempo.
GLI ULTIMI DATI. Secondo il Miur sono 19.700 i tagli di cattedre nella scuola pubblica che si applicheranno a tutte le regioni italiane, ma soprattutto a quelle meridionali e nelle isole, dove il prossimo anno si registrerà un decremento degli alunni iscritti. Nell’incontro è stato anche confermato l’alto numero di insegnanti che andranno in pensione: si tratta di 27.400 docenti, che sommati agli attuali 23mila posti vacanti lasciano in positivo il saldo delle cattedre a disposizione dei precari (circa 30mila). Secondo i più recenti dati dell’Ocse (settembre 2010), la spesa pubblica italiana per la scuola è pari al 9% di quella complessiva, contro una media del 13% nei Paesi industrializzati. Anche rispetto al Pil, il dato italiano è fermo al 4,5% contro il 5,7%. A tutto ciò si aggiungono alcune sperimentazioni sbandierate dal ministro come innovazioni, ma che stanno riscuotendo scarso successo. È il caso del bonus di 7mila euro da sborsare ai docenti più meritevoli: solo 35 scuole hanno infatti aderito volontariamente al progetto.
I NUMERI IN PIEMONTE. Da settembre scompariranno 1237 cattedre tra elementari (701), medie (78) e superiori (458), mentre verranno creati ulteriori posti (58, per la precisione) per la scuola dell’infanzia. Rimarrà invariato, invece, il numero degli insegnanti di sostegno. Respinta anche a Torino (da 329 scuole su 330) la sperimentazione delle nuove procedure sulla valutazione della professionalità degli insegnanti proposta dal Miur. I dati sono emersi dal direttivo piemontese dei lavoratori della conoscenza e della funzione pubblica Cgil che si è svolto il 14 marzo a Torino. In Piemonte, secondo la Cgil, a partire dal prossimo anno scolastico saranno tagliati – oltre agli insegnanti – 900 lavoratori tecnico-amministrativi. A differenza del passato, ha detto il segretario della Flc-Cgil Piemonte, Rodolfo Aschiero, “i tagli saranno più secchi perché verranno eseguiti tutti in organico di diritto”. Inoltre “nella scuola primaria sparirà la figura dell’insegnante d’inglese, che sarà reintegrato come un docente normale”.
Se in Piemonte i numeri sull’istruzione sono simili a quelli del resto d’Italia, in quanto a sicurezza antisismica e antincendio, salubrità delle aule e manutenzione degli edifici, la nostra regione si conferma ai primi posti in tutte le graduatorie. Sono dati che vengono fuori dal rapporto di Legambiente “Ecosistema Scuola 2011”: per quanto riguarda i comuni, Biella sale al 5° posto seguita da Alessandria, con Verbania nella top ten al 10° posto. In testa la toscana Prato, seguita da Trento e Parma. Sul fronte delle regioni, invece, il Piemonte, insieme alla Toscana e all’Emilia Romagna, resta la portabandiera della qualità dei servizi e dell’edilizia scolastica. Una nota rassicurante nella regione che visse sulla propria pelle la tragedia del liceo Darwin di Rivoli.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese