Economia
Si sono dimenticati di dire che… Il Piano straordinario ancora non produce lavoro
La Giunta regionale ieri ha presentato i risultati a otto mesi dall’avvio del Piano straordinario per il lavoro. Otto mesi di annunci, dichiarazioni, manifesti sparsi in tutto il Piemonte, pagine sui giornali (chissà dove sono finite le dichiarazioni scandalizzate per le spese in comunicazione…)… Tutto giusto. E anche il Piano, in sè, propone soluzioni interessanti: in gran parte ereditate dal passato, alcune nuove. Interventi positivi, potenzialmente interessanti. A parte il fatto che queste misure ad oggi – ripetiamo, otto mesi dopo l’avvio del percorso – hanno prodotto un numero notevole di richieste, l’interesse è forte, le misure sono gradite (e in periodo di crisi, offrendo queste misure dei finanziamenti, ci sarebbe da stupirsi del contrario): ma non hanno prodotto posti di lavoro… Forse li produrranno, tra qualche mese. Ma per essere un Piano straordinario per il lavoro i tempi sono biblici. Un Piano ‘ordinario’ cosa avrebbe richiesto, 10 anni?
Ed è tutto scritto (alleghiamo in altro spazio di questa pagina anche la presentazione con i dati forniti dalla Regione, in prosposito). Molti applaudono, pochi lo notano.
Un normale, normalissimo (si direbbe: dovuto per compito istituzionale) Piano per il lavoro, nessun intervento straordinario ‘qui e subito’ per battere l’emergenza. Giusto perchè si sappia, al di là della propaganda.
Di seguito la versione della Giunta regionale:
“Negli ultimi otto mesi il governo regionale si è impegnato nel dare al Piemonte gli strumenti necessari per risalire la china causata dalla crisi economica. Avevamo promesso che nei primi cento giorni di governo avremmo predisposto un piano straordinario per sostenere il lavoro. Lo abbiamo fatto in cinquanta, proprio per assicurare un’azione che fosse incisiva e veloce (!!!, ndr), efficace e semplice da attuare. I dati che leggiamo oggi ci dicono che siamo sulla buona strada. Non cantiamo, però, vittoria, perché con il buon senso ed i piedi ben piantati a terra, ci rendiamo conto che la crisi non è del tutto sconfitta e la competizione sui mercati internazionali è sempre più serrata. Le imprese piemontesi hanno comunque lavoratori e imprenditori in grado di sostenere lo scontro. La Regione Piemonte, dal canto suo, proprio per questa ragione non si è risparmiata, e continuerà a farlo, per essere a fianco del suo sistema produttivo. Posti di lavoro, sostegno nel campo della competitività, un accesso facile al credito, un approccio semplice con sempre meno burocrazia: una ricetta chiara per aiutare l’economia del Piemonte e dei piemontesi”. E’ il commento del Presidente della Giunta regionale Roberto Cota alla diffusione dei dati relativi allo stato di attuazione del Piano straordinario per l’Occupazione, varato dal governo del Piemonte otto mesi fa, nel giugno 2010, con uno stanziamento complessivo di circa 400 milioni di euro.
I dati sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, oltre al Presidente Cota, l’assessore allo Sviluppo economico, Massimo Giordano, e il presidente di Finpiemonte, Massimo Feira. Nel presente comunicato è riportata anche una dichiarazione dell’assessore al Lavoro Claudia Porchietto.
“Abbiamo voluto fare il punto della situazione – ha detto l’assessore Giordano – per capire quali fossero le tendenze alla luce di quanto fatto finora. In sintesi i risultati sono in grande maggioranza positivi, ci sono ancora margini di miglioramento, alcune misure sono ancora aperte ed in fase di esame da parte delle imprese interessate. Quello di oggi è solo il primo momento di verifica dell’avanzamento del Piano e credo che possiamo essere soddisfatti di come si stia sviluppando l’evoluzione di tutto il sistema di sostegno. Fin dall’avvio avevamo dichiarato di voler costruire uno strumento serio che si avvicinasse ai bisogni dei lavoratori e delle imprese. Nel Piano abbiamo messo assieme tradizione e innovazione: misure nuove, in alcuni casi, e misure già rodate che abbiamo deciso di replicare e di finanziare in modo adeguato. Abbiamo lavorato in modo articolato, trovando una combinazione che fosse opportuna e con la collaborazione fondamentale di tutte le parti sociali”.
“Non dimentichiamo – ha spiegato ancora Giordano – che tutte le misure del Piano straordinario per l’Occupazione, così come quelle previste dalle linee guida del piano competitività, dove possiamo contare su altri 500 milioni di risorse stanziate, vedono sempre l’incremento delle opportunità di lavoro come elemento qualificante per le politiche di sviluppo: gli imprenditori sono coloro che danno il lavoro alla nostra gente, per questo vanno sostenuti, soprattutto quando hanno necessità di incrementare il proprio personale”.
“Era indispensabile – ha aggiunto l’assessore Porchietto – monitorare i primi risultati del Piano straordinario sul Lavoro per comprendere le eventuali correzioni da effettuare in corso d’opera e le misure da riproporre o riformulare secondo i mutamenti e movimenti del mercato del lavoro. Il dato che emerge in modo univoco è che la Regione Piemonte deve entrare nell’ottica di una semplificazione delle procedure amministrative per riuscire a rispondere in tempo quasi reale alle esigenze del mondo delle grandi, medie e piccole imprese; un mondo che con la globalizzazione viaggia ad una velocità più che doppia rispetto a quella della macchina pubblica”.
“Dopo il successo del piano emergenziale – ha concluso Porchietto – la sfida che dovrà affrontare la Giunta Cota è duplice: quello di dare un supporto concreto al mondo dell’automotive e, a cascata, a quello dell’indotto per creare una grande filiera internazionale dell’auto all’aumentare degli investimenti promessi da Fiat e quello di venire incontro con ulteriori specifiche misure alla situazione critica dei giovani piemontesi, che più di altri hanno sofferto la sfavorevole congiuntura economica. In gioco vi è la società del domani e questa è la nuova emergenza da mettere ai primi posti dell’agenda politica”.
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