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La caccia torna d’attualità: referendum dopo 23 anni, ma si cerca di estenderla…

Redazione Quotidiano Piemontese

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La caccia, attività sempre meno praticata e sempre meno popolare, torna d’attualità. Dopo 23 anni di attesa e di scontri burocratici il referendum è stato ammesso, premiando la tenacia di chi per tanto tempo ha inseguito l’obiettivo. Ma quasi in concomitanza con questa notizia, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Davide Bono segnala il tentativo di ampliare le zone di caccia in atto da parte della maggioranza regionale, di destra: “Lunedì in Commissione Ambiente si è conclusa la prima analisi del testo sui parchi: il tentativo del MoVimento 5 Stelle di salvaguardare le aree contigue alle aree protette si è scontrato con la chiusura dell’Assessore Casoni che intende liberarsi di dette ‘aree improduttive’, passandone la gestione ai Comuni che ne faranno quello che possono. In più si parla di monetizzare la caccia all’interno delle aree protette per dare ossigeno alle casse regionali invece di pensare ad un modello anglosassone dove i parchi sono visitati da migliaia di “turisti”che pagano rispettando l’ambiente. Proprio per questo crediamo che l’iter del testo avrà un percorso ancora lungo. Sulla questione della caccia si aggiunge anche la recente sentenza favorevole al referendum che dal 1987 attende di essere indetto. La Giunta per tutta risposta intende rivolgersi alla Suprema Corte: lungi dal voler prendere una posizione ideologica pro o contro la caccia, intendiamo sottolineare ancora una volta il comportamento antidemocratico della politica che si sottrae al confronto e al dialogo partecipativo. Ovviamente chiameremo tutti i cittadini alle urne e se passerà tale visione della caccia saremo obbligati a fare campagna per il sì”.

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