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Governo limita fondo vittime dell’amianto, l’Associazione dei familiari lo contesta

Redazione Quotidiano Piemontese

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Lasciata alle spalle la settimana senza udienze nel maxiprocesso Eternit, l’Associazione Familiari Vittime Amianto e la Procura non si fermano. Da parte del gruppo casalese la prossima sfida è rivolta al Governo. L’Afeva ha scritto ai ministri Maurizio Sacconi e Giulio Tremonti, ai presidenti dei due rami del Parlamento, al senatore Felice Casson e alle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil per chiedere una modifica al decreto interministeriale che regola il fondo per le vittime dell’amianto. La loro intenzione è quello di estendere l’accesso al fondo ai cittadini colpiti da patologie legate alla fibra killer. Un cambio sostanziale, vista la scelta del Governo di ridurre il ruolo del fondo a contributo aggiuntivo rispetto alla rendita Inail. L’Afeva contesta proprio la limitazione in favore dei soli ex dipendenti degli stabilimenti che lavoravano l’amianto, tagliando fuori l’esposizione ambientale.

L’associazione casalese ha chiesto un incontro per discutere la scelta del Governo.

La contaminazione ambientale è uno dei capisaldi dell’inchiesta che a Torino vede alla sbarra il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone Luis Jan Marie Ghislain De Cartier De Marchienne, ai vertici dell’Eternit quando la multinazionale del cemento amianto era attiva nei Comuni piemontesi di Casale Monferrato (AL) e Cavagnolo (TO). E proprio la presenza degli stabilimenti ha portato, secondo la Procura, un disastro ambientale doloso che ha contaminato tutto il territorio col minerale cancerogeno, causando alla morte circa duemila persone con patologie legate all’amianto.

Il 2011 sarà l’anno della sentenza di primo grado, dicono i legali. Ma per un’inchiesta che scrive la fine del suo primo capitolo, la Procura di Torino ha già pronta un’inchiesta Eternit bis. Il Pm Raffaele Guariniello punta a dimostrare l’omicidio colposo per oltre mille vittime registrate negli ultimi due anni nelle aree intorno agli stabilimenti italiani (Casale, Cavagnolo, Bagnoli, Rubiera), in Svizzera e Brasile.

Tutto questo mentre Casale Monferrato ha visto un’altra morte per mesotelioma causato dall’amianto: martedì 15 febbraio, all’età di 75 anni si è spento il “re” del cemento Franco Buzzi.

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