Cronaca
I sindacati contestano la Regione sulla sanità, ma lo fanno separatamente…
Pare essere finita la ‘luna di miele’ tra i sindacati e l’amministrazione regionale, almeno sulla sanità che però rappresenta l’80% del bilancio regionale e la competenza politica e amministrativa più rilevante per la Regione (nel senso dell’istituzione). Ma, incomprensibilmente visto che contestano la stessa cosa, Cgil e Cisl continuano a protestare separatamente. Di seguito i loro comunicati, che dimostrano come il ‘punto’ in discussione sia lo stesso.COSI’ LA CISL. “Ancora una volta la Giunta regionale – dichiara il segretario regionale CISL-FP, Gian Piero Porcheddu – mette in atto provvedimenti che non condividiamo”. Alla base della protesta Cisl il divieto di assumere per l’anno 2011 personale a tempo indeterminato e determinato ad eccezione del personale di assistenza (infermieri, ostetriche, OSS, tecnici RX) e medici nella misura del 50%; il blocco delle prestazioni aggiuntive per il personale dipendente del comparto; il divieto, per tutte le ASR (aziende sanitarie regionali) di rinnovare, prorogare e/o stipulare nuovi contratti di lavoro flessibile ad esclusione di quelli riguardanti il personale di assistenza e medici, sempre nella misura del 50%.
Il Presidio CISL FP si svolgerà oggi dalle 14 alle 16 sotto la sede dell’assessorato (corso Regina Mergherita 153), contemporaneamente all’incontro tra Assessore Ferrero e le Organizzazioni Sindacali.
COSI’ LA CGIL. Dopo che il governo, cambiando i precedenti criteri di riparto del Fondo Sanitario Nazionale, ha ridotto di 100 milioni di euro il finanziamento del nostro servizio sanitario, l’Amministrazione Regionale ha sottoscritto con i ministeri interessati, a luglio 2010, un piano di rientro di 50 milioni annui per i prossimi quattro anni.
Per il 2011 la Giunta Regionale ha deciso un ulteriore taglio di 100 milioni di euro, riducendo ancora di più le già esigue risorse destinate alla Sanità Piemontese.
Il servizio sanitario regionale è posizionato, secondo il giudizio di numerosi istituti, tra i migliori in Italia per efficacia, anche se non mancano punti di crisi da affrontare. Non abbisogna cioè di misure finanziarie così drastiche che incidono duramente sulla qualità e sulla quantità dei servizi. Né servono misure organizzative strutturali, come per esempio, lo scorporo degli ospedali dalle ASL che, con ogni probabilità, provocheranno un aumento dei costi e interromperanno la continuità assistenziale tra ospedale e territorio.
Anche ai fini di un maggiore efficienza non serve una “rivoluzione” organizzativa, come quella proposta dalla Giunta Regionale, ma una manutenzione attenta del vigente piano socio-sanitario regionale.
Intanto i tagli già deliberati sono connessi a misure esclusivamente destinate a “fare cassa”: misure che hanno prodotto direttamente o indirettamente solo il blocco delle assunzioni del personale, la mancata conferma di centinaia di lavoratori precari, il mancato inserimento nelle RSA delle persone non autosufficienti e l’aumento delle liste di attesa.
La Cgil non è contraria ad interventi che conseguano una maggiore efficienza del sistema, ma chiede di inserirli in un quadro che tenga contro di queste priorità: il potenziamento della medicina territoriale per assicurare la continuità assistenziale e ridurre i ricoveri impropri negli ospedali; lo sviluppo delle attività di prevenzione; il coinvolgimento degli operatori e dei professionisti per la gestione partecipata del cambiamento organizzativo e il perseguimento degli obiettivi di efficienza; un’attenzione più marcata al problema delle persone non autosufficienti in una regione come la nostra in cui la popolazione anziana è particolarmente numerosa; il governo dell’offerta e della domanda di servizi, funzione nella quale, per il ruolo che rivestono, i medici di medicina generale hanno responsabilità determinanti.
Per questi motivi la CGIL del Piemonte indice una manifestazione con presidio martedì 15 febbraio, dalle 10 alle 12, davanti al Consiglio regionale (via Algieri 15).
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