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Andrea Agnelli: “Monte ingaggi top in Europa, non i risultati. Calma e avanti con il progetto”

Franco Borgogno

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Lungo intervento del presidente Andrea Agnelli dopo l’eliminazione-choc della Juventus dalla Coppa Italia e quindi la rinuncia forzata alla conquista di qualunque trofeo nella stagione.

L’intervento del presidente bianconero era atteso dai tifosi, disorientati e decisamente scontenti.

“Sapevamo che questo sarebbe stato un anno difficile – ha spiegato il presidente – ma questo non cambia il nostro programma, che mira a costruire una squadra vincente. Un programma che è iniziato quest’estate e che proseguirà nella prossima. Dobbiamo ricordarci la situazione che abbiamo trovato quando abbiamo iniziato a lavorare sette mesi fa: dal punto di vista sportivo venivamo dalla peggior stagione degli ultimi anni. Questo ha fatto sì che la situazione finanziaria e patrimoniale ora sia delicata. La mancata qualificazione alla Champions, la centralizzazione dei diritti tv e la costruzione dello stadio determineranno una perdita significativa nel bilancio di quest’anno. Questo però non ci impedirà di andare avanti con il nostro programma”.

Non scoraggiarsi, quindi. E guardare avanti. Ma dalle parole del presidente è anche chiaro che le cose dovevano andare molto meglio: il rapporto costo/risultati non funziona.

“La nostra rosa oggi ha il sesto monte ingaggi europeo, con circa 130 milioni di euro – ha proseguito Agnelli – Se si facesse un’equazione tra monte ingaggi e risultati sportivi dovremo arrivare ai quarti di finale di Champions League. Così non è evidentemente, ma questo significa che la Juventus ha comunque risorse importanti. Considerati anche gli ammortamenti, abbiamo una macchina da 170 milioni: una macchina a benzina in cui, però è stato messo il diesel… Ora dobbiamo sistemarla e serve il giusto tempo per farlo”.

Il presidente prosegue chiedendo maggior equilibrio nei giudizi: “Per molti opinionisti, fino a tre settimane fa questa era una Juve da scudetto. Noi non ci siamo esaltati in quel momento e non ci abbattiamo ora, perché sappiamo bene quali sono i nostri obiettivi. Non chiediamo certo un atto di fede, ma maggior coerenza”. Comprensibilmente dimentica che quando Del Neri disse, in estate, che questa squadra non aveva nulla a che fare con la corsa scudetto venne immediatamente ‘richiamato’ e magicamente un paio di settimane dopo iniziò a parlare di scudetto anche il tecnico.

“Ci sono due elementi che voglio sottolineare – spiega ancora Agnelli – il primo è la fiducia nell’operato delle persone che stanno svolgendo un lavoro egregio, sia dal punto di vista tecnico che dal punto manageriale. In secondo luogo, ribadisco che la nostra è una programmazione basata sul lungo periodo. Come tifoso vorrei sempre vincere 3-0 e quando perdiamo mi arrabbio. Il mattino dopo la gara però devo ragionare da manager, ricordando da dove è dovuto partire Marotta per svolgere il suo lavoro. Se sono soddisfatto? Non posso esserlo, visto che siamo usciti da due manifestazioni. La Juve dovrà arrivare ad essere competitiva in primavera, perché a quel punto può arrivare la zampata vincente, ma Del Neri può stare tranquillo, perché lo sono io. Se poi saremo nella stessa situazione tra un anno allora avremo un problema. Ma, ripeto, sapevamo che sarebbe stato un anno complicato e l’allenatore sta facendo un lavoro egregio. Ai giocatori chiedo di correre fino al 95°, di dare tutto e anche qualcosa di più. A maggio, poi, Marotta farà le sue valutazioni e vedremo come intervenire”.

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