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Cuneo

La storia di don Viale, il prete giusto che salvò centinaia di ebrei

Dal 2000 il suo nome è iscritto tra i Giusti tra le Nazioni di Yad Vashem

Gabriele Farina

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BORGO SAN DALMAZZO – Il 25 settembre del 1984 si spegneva all’età di 77 anni don Raimondo Viale, viceparroco di Borgo San Dalmazzo che negli anni bui della Seconda Guerra Mondiale diede un contributo fondamentale nel salvare la vita a centinaia di ebrei perseguitati dal regime nazifascista. Dal 2000 il suo nome è iscritto tra i Giusti tra le Nazioni di Yad Vashem, a lui è dedicato l’ultima opera di Nuto Revelli, “Il prete giusto” (Einaudi, 2004), ed è lui ad aprire la sezione con i nomi e le storie dei “giusti” del territorio in MEMO4345, l’allestimento multimediale storico-didattico dedicato alla Shoah di Borgo San Dalmazzo.

Nel 40esimo anniversario della sua morte, il 20 settembre scorso, presso il palazzo comunale cittadino, l’Amministrazione borgarina, rappresentata dalla sindaca Roberta Robbione e dall’assessora alla Cultura Michela Galvagno, ha incontrato una delegazione molisana guidata da Michela Cerbaso, consigliera comunale di Agnone (recentemente città finalista, assieme ad Alba, per il titolo di Capitale della Cultura 2026, n.d.r.), e Davide Tanzj, figlio di Francesco Paolo Tanzj, curatore di un’importante ricerca sui campi di concentramento in Molise e sui confinati politici ad Agnone.

Al tavolo dei lavori ha partecipato l’ANPI nazionale, rappresentata da Michele Petraroia, l’ANPI Molise, nella persona di Loreto Tizzani, una delegazione dell’ANPI locale – tra cui la famiglia del partigiano e artista di origine molisana Basso Sciarretta – guidata dalla vicepresidente del comitato provinciale e presidente della sezione di Borgo San Dalmazzo e Valli, Maddalena Forneris; per la parte cuneese, presenti inoltre il direttore dell’Istituto Storico della Resistenza, Gigi Garelli, l’esperto di storia locale e conoscitore di don Viale, Mauro Fantino, il parroco di Borgo, don Mariano Bernardi.

Il prete giusto

«Don Viale – commenta Gigi Garelli – rappresenta l’antifascismo coltivato per anni e pagato duramente in prima persona». E aggiunge Fantino: «Uomo che credeva nella cultura, per questo si scontra con il regime».

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale don Viale critica apertamente la scelta di Mussolini di partecipare al conflitto e per questo sconta 15 mesi di confino fascista proprio ad Agnone. La sua storia oggi collega idealmente le due città.

«Partendo dal suo esempio – rimarca Petraroia -, l’ANPI auspica l’avvio di una collaborazione tra Borgo e Agnone».

Progetto di collaborazione che, negli intendimenti espressi dalle due Amministrazioni, sfocerà in un protocollo d’intesa dedicato; in prospettiva coinvolgerà anche il mondo della scuola, già impegnato in entrambe le realtà territoriali sui temi dell’antifascismo e della Shoah.

«Durante i recenti incontri di “Attraverso la Memoria” non è mai mancato un accenno a don Viale – sottolinea la sindaca Robbione -, un ricordo doveroso per uno dei grandi protagonisti della storia del ‘900 del nostro territorio».

E proprio in loco, in vista dell’80° anniversario della Liberazione, si stanno organizzando nuove attività a lui dedicate.

«Attraverso MEMO4345, il Comune di Borgo è partner di un progetto promosso dal Comune di Cuneo, pensato per gli studenti delle scuole superiori e incentrato su don Viale – spiega l’assessora Michela Galvagno –; memoria, libertà, diritti, sono questi gli elementi su cui lavoreremo nei prossimi mesi in collaborazione anche con l’Istituto Storico e Fondazione Nuto Revelli».

L’incontro si è concluso con la visita della delegazione molisana al Sacrario Partigiano presso il cimitero cittadino; a seguire la visita a MEMO4345 e al Memoriale della Deportazione.

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