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Interviste

Simone Moretto in Omar, ‘Sul più bello’. “Sono drogato del mio lavoro e mia moglie è sempre più orgogliosa di me”

‘Sul più bello’, girato interamente a Torino, parla delle avventure di Marta che ha perso i genitori all’età di 5 anni e della sua malattia incurabile

Alessia Serlenga

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TORINO – Simone Moretto, determinato, estroverso e sognatore, nato ad Aosta il 6 luglio 1980 è un attore italiano. Noto al pubblico per il ruolo di papà Enzo, nella serie tv ‘Piccolo Mostro’ e a teatro, per il parrucchiere nel cult ‘Forbici Follia’.

Inizia a formarsi nella Scuola di recitazione TSP frequentando in seguito, laboratori a Parigi. Frequenta per un anno una scuola di cinema basata sul metodo Actor’s Studio di New York e a Milano, lavora con John Strasberg. Poi, si perfeziona presso HT STUDIO di Roma. A teatro, lavora dal 2010 con la compagnia Torino Spettacoli. 

Negli ultimi anni ha preso parte di numerosi film e serie tv nazionali come ‘Piccolo Mostro’, ‘Un passo dal cielo’, ‘Doc 3’, ‘You Die’ e ora, sta conquistando lo schermo con un ruolo importante nella serie Prime Video ‘Sul più bello’.

L’intervista

Simone, benvenuto su Quotidiano Piemontese.

Nella serie ‘Sul più bello’ diretto da Francesca Marino, sei Omar definito ‘il cattivo’.

Grazie a voi per questo splendido invito. Sì, Omar è il personaggio probabilmente più cattivo tra tutti. Omar è viscido. E’ il classico personaggio che tutti odiano. Devo ammettere che è un ruolo che mi affascina tantissimo perché mi ci trovo un pò nel personaggio cioè, un pò chiuso, viscido… 

‘Sul più bello’ è una serie girata tutta a Torino, quindi per me è un motivo di orgoglio questo, in quanto piemontese: una storia importante raccontata a casa mia! 

É sempre bello essere definito cattivo?

E’ troppo affascinante e attraente essere “il cattivo” della situazione e anzi, credo che possa esserlo non solo per l’interprete ma anche per il telespettatore, almeno spero ahah!

Tra tutti i ruoli fatti, quale ti ha colpito di più? 

Mi aveva divertito molto fare un personaggio completamente opposto ad Omar, per una serie tv tra l’altro, sempre girata a Torino ovvero ‘Piccolo Mostro’, ed era un uomo che faceva il simpatico, lo scemotto e che dire, anche lì, mi sono divertito come un pazzo! Anche se, il personaggio alla quale sono molto affezionato è un personaggio teatrale, che faccio da 15 anni ed è il parrucchiere, di ‘Forbici Follia’. 

Chi ti piacerebbe interpretare in futuro?

Io sono innamorato del cinema. Guardo tantissimi film, vecchi e nuovi, ma sono innamorato del crime e del thriller. Spero un giorno di essere o un poliziotto o un detective. 

Simone, dal 2010 sei con la compagnia Torino Spettacoli, cosa rappresenta per te il cinema e cosa il teatro?

Sono due amori davvero grandi per me. Il teatro è dove sono nato. Poi, a teatro puoi allenarti tutti i giorni, lavorare su te stesso, sperimentare cose nuove, conoscerti sempre di più. Un pò come si fa in palestra. Il teatro nutre l’attore. Da innamorato del cinema, per me fare un film è un aspetto incredibile del mio mestiere. Quando sento la frase “Motore. Azione!” scatta una scintilla nel mio cuore e nella testa… è una cosa indescrivibile! 

Cosa ti affascina di questo mestiere?

Il fatto di sognare e far sognare, l’abbandonarsi all’immaginazione e alla creazione. Dar spazio al proprio corpo ai tanti personaggi: un giorno sei un detective, l’altro giorno un criminale… Poi, c’è tutto un aspetto intimo. Amo i silenzi, i teatri vuoti, la costumeria, il pubblico, l’attesa dietro le quinte, il ciak e quando il regista ti guarda soddisfatto del tuo lavoro. Per me è il mestiere più bello al mondo! 

Com’è cominciata la tua carriera artistica e cosa ti ha spinto ad avvicinarti al mondo del teatro e del cinema?

Tutto è partito da un piccolo paesino sperduto della Valle d’Aosta. Da bambino ero sempre chiuso nella videoteca del mio paese, a scegliere un sacco di cassette di film che rappresentano oggi, la storia del cinema. Io volevo fare il regista! Nel 1999 quando sono arrivato a Torino, ho cominciato a fare teatro e studiando, viaggiando in giro per il mondo ho capito che fare cinema mi fa impazzire. Quando mi fermo e mi volto, alle spalle vedo quel ragazzino che sognava davanti la tv e mi emoziono sempre, perché ripenso a tutto quello che ho fatto e a chi sono. Oggi, quel ragazzino è un uomo, da poco sposato, che sogna ancora! Sogno di poter lavorare con grandi attori e registi, come Paolo Sorrentino, Giuseppe Tornatore, Tim Wenders. Mi piacerebbe tanto sbarcare all’estero e fare film in Francia o negli Stati Uniti.

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