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CCCP – Fedeli alla Linea entusiasmano sul palco del Flowers Festival

Ufficialmente 7.500 persone, ma ad occhio decisamente di più, per un vero e proprio “tutto pieno”

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COLLEGNO – E’ capitato raramente (forse mai) di vedere il cortile delle Lavanderie a Vapore, che offre lo spazio al Flowers Festival, così pieno e non di ragazzini urlanti per qualche trap idol. Erano ben di più le teste imbiancate o pelate a quello che forse può definirsi l’evento dell’estate per Torino e provincia, ovvero il ritorno dei CCCP Fedeli alla Linea.

Ufficialmente 7.500 persone, ma ad occhio decisamente di più, per un vero e proprio “tutto pieno” a cui ha fatto gioco anche qualche polemica del pre evento, come il concerto di contestazione organizzato nel vascone del Parco dalla Chiesa e lo striscione srotolato da un tetto vicino, con tanto di timido lancio di fumogeni, con su scritto “Punk è sabotarvi”.

Forse perché avevamo dato per scontato che non sarebbe mai successo, eppure tutto questo si è materializzato già a Febbraio quando la band si è riunita a Berlino per i primi due (clamorosi) concerti. A quel punto, ai più, è parso chiaro che ci sarebbe stato un ritorno. Ed ecco che il buon Fabrizio Gargarone e tutto il gruppo di Hiroshima Mon Amour sono riusciti nel colpo, averli in un luogo più che adatto per loro, il Flowers Festival di Collegno.

Giolindo, Zambo, Annarella (sempre magnifica) e quel geniaccio di Fatur, hanno fatto qualcosa di più che un nostalgico ritorno, ma un vero e proprio show di 2 e un quarto per quasi trenta pezzi.
Emozionati ed emozionanti, capaci di essere ancora energica punk rock band, in grado di far pogare ultrasessantenni sotto i colpi di un filotto che possiamo definire davvero inossidabile “C.C.C.P.-Curami-Emilia Paranoica-Spara Jurij”.

Ma non ci sono state pause, se non per un piccolo incidente tecnico all’impianto sonoro, il meglio della loro breve e al tempo stesso lunghissima carriera (a giudicare dall’affetto della gente accorsa in massa ieri sera). Quattro album per quattro intensissimi anni (1986-1990) da “Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età” a “Socialismo e barbarie” per poi arrivare sul finire della decade a “Canzoni preghiere danze del II millennio – Sezione Europa” e poi “Epica Etica Etnica Pathos”.

Una serata sostenuta da un lucidissimo Giovanni Lindo Ferretti, voce stentorea dietro il suo immancabile leggio, in un completo elegante, dalle ritmiche di Zamboni, con il suo immancabile cappello che fa da sponda alla sua “rumorosa” e riverberante chitarra, da Annarella sempre bellissima e nel suo caso possiamo dire veramente iconica e, per finire, dalle incursioni di Danilo Fatur, istrionico performer, che da sempre incornicia liriche e suoni della band.

Da “Rozzemilia” a “Tu menti”, attraverso “Radio Kabul” e “Punk Islam”, fino ad un encore ricchissimo con “Annarella”, “Mi ami” e “Io sto bene”. Del momento più elettrico ed agitato già si è detto, tutto il loro meglio, onesto, lucido e ancora attualissimo. Ci lasciano sulle note delicate e potenti di “Amandoti” e sotto la scintillante scritta CCCP che campeggia sul vidiwall, tutti sul palco a chiosare un momento epico di cui si parlerà a lungo.

Ma non c’è tempo per fermarsi, stasera arrivano i Subsonica che giocando in caso faranno un altro pienone. Domani sera, tocca invece agli Idles per concludere questo poker del Flowers, come mai si era visto.

Foto e report Paolo Pavan/QP

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