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Lavoro

Coldiretti si oppone al riconoscimento Igp per il riso basmati pakistano

“Dall’utilizzo del lavoro minorile, all’uso di pesticidi vietati nella Ue, fino al rischio di dumping sui prodotti europei, sono le ombre che gravano sulla produzione orientale che invade il mercato comunitario”

Gabriele Farina

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brusone del riso

NOVARA – Coldiretti e Filiera Italia, in rappresentanza della filiera risicola italiana, hanno presentato all’Unione Europea la richiesta ufficiale di opposizione al riconoscimento dell’Indicazione di origine protetta (Igp) per il riso Basmati, proposto dal Pakistan.

“Dall’utilizzo del lavoro minorile, all’uso di pesticidi vietati nella Ue, fino al rischio di dumping sui prodotti europei, sono, infatti, diverse le ombre che gravano sulla produzione orientale che invade il mercato comunitario – spiega Roberto Guerrini, Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella e membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore risicolo – Nel documento Coldiretti e Filiera Italia evidenziano come l’adozione di tale riconoscimento potrebbe generare l’esenzione dai dazi del riso lavorato basmati Igp importato, con conseguenti ripercussioni sul mercato italiano e piemontese oltre a gravi conseguenze per la filiera risicola nazionale”.

“Oltretutto – evidenziano il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Fabio Tofi e il Direttore Luciano Salvadori – non sarebbe garantito il principio di reciprocità in termini di sostenibilità sociale ed ambientale nel processo di produzione del riso in Pakistan. Si aggiunge anche il fatto che in Pakistan, così come India, sono utilizzati fitofarmaci da anni vietati in Ue come, ad esempio, il triciclazolo. Ricordiamo, infine, come il riso proveniente da quei Paesi dell’Asia sia frutto del lavoro minorile, ulteriore motivo che ci fa opporre a tali scandali”.

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