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Cronaca

Tartaruga uccisa a sassate a Cumiana, scatta l’appello: “Chi sa parli”

Il povero animale è stato portato nella zona della parrocchia e preso a sassate senza pietà, fino ad ucciderlo

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CUMIANA – Un episodio di una barbarie e di una crudeltà tali da sconvolgere Cumiana. Qui, un gruppetto di giovani, o così si presume, ha sottratto una tartaruga, delle 120 presenti nel laghetto di ​piazza Martiri III Aprile, e l’ha uccisa a sassate.

Un gesto subito condannato dal sindaco Roberto Costelli che si è rivolto anche ai carabinieri affinché si intensifichino i controlli, previste anche nuove telecamere di videosorveglianza.

Sull’accaduto arriva anche la denuncia di Lndc Animal Protection che scrive: “Erano 120 le tartarughe che popolavano il laghetto di Cumiana, comune facente parte della città metropolitana di Torino, ma da oggi saranno 119. Una di loro, infatti, ha avuto la sfortuna di essere presa probabilmente da un gruppetto di persone che hanno pensato di poter disporre della sua vita a proprio piacimento.

Il povero animale è stato portato nella zona della parrocchia e preso a sassate senza pietà, fino ad ucciderlo. Il fatto è stato denunciato sia dal parroco sia dal Sindaco, che hanno entrambi parlato di delinquenza inaccettabile e chiesto maggiori controlli serali da parte delle forze dell’ordine. Nel frattempo, nei prossimi giorni, si prenderà in esame la possibilità di installare nuove telecamere di sorveglianza in quella zona.

LNDC Animal Protection non può restare a guardare questo ennesimo caso di crudeltà e violenza ai danni dei più deboli e sporge denuncia nella speranza di poter risalire all’identità delle persone che hanno massacrato in modo così efferato un animale innocente, per puro divertimento. Chiunque abbia informazioni può scrivere una mail all’indirizzo avvocato@lndcanimalprotection.org.

Non capisco e non capirò mai cosa passa per la testa di queste persone, ma di sicuro è qualcosa di tremendamente pericoloso se trovano divertente uccidere una creatura totalmente inoffensiva e indifesa.

A maggior ragione se si tratta di giovani, come ipotizzato finora, ci troviamo davanti a un campanello d’allarme che non deve in alcun modo essere sottovalutato perché questo genere di comportamenti possono acutizzarsi con la crescita e diventare socialmente pericolosi.

Spero che si riesca a dare un nome e un volto a queste persone e sono moderatamente fiduciosa, perché proprio nella zona di Torino c’è stato un caso in cui le indagini sono state svolte in maniera così accurata da identificare i killer di un povero riccio anche se a distanza di qualche anno. Mi auguro che sarà così anche stavolta e che chiunque abbia informazioni utili si faccia avanti anziché girarsi dall’altra parte.

Il commento di Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection.

Immagine di repertorio

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