Seguici su

Piemonte

L’Italia ha dato alla Fiat negli anni più di 7,6 miliardi di euro senza contare gli ammortizzatori sociali

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

Una ricerca della Cgia di Mestre  ha quantificato in maniera approssimativa i finanziamenti pubblici ricevuti dalla Fiat nel periodo che va dal 1977 al 2009. In tutti questi anni l’azienda torinese ha ottenuto dalle Stato 7,6 miliardi di euro ovviamente esclusi eventuali interessi. Il periodo d’oro risale agli anni Ottanta quando tutti i Governi dei paesi occidentali sono intervenuti massicciamente per sostenere le proprie case automobilistiche e  Fiat ha ricevuto dallo stato italiano una cifra pari a 5,1 miliardi di euro. Gli anni Novanta sono stati quelli degli investimenti e delle ristrutturazioni con vari finanziamenti per la costruzione degli impianti di Melfi e Pratola Serra e  la ristrutturazione degli impianti di Melfi e Foggia.

In assoluto, l’investimento più importante dello Stato è stato quello che si è reso necessario per la costruzione degli impianti produttivi di Melfi e Pratola Serra (1990-1995), che sono costati alle casse dello Stato quasi 1,28 milardi di euro. Per contro, la Fiat ha investito in questi siti 2 miliardi di euro. Significative anche le ristrutturazioni che hanno interessato la Sata di Melfi (1997-2000) e l’Iveco di Foggia (2000-2003). Nel primo intervento lo Stato ha investito 151 milioni di euro, nel secondo sono stati spesi 121,7 milioni di euro pubblici. La Fiat, comunque, per entrambi i siti ha a sua volta investito una cifra complessiva di poco inferiore agli 895 milioni di euro.

Segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi: “si tratta di una somma importante  che comunque è stata integrata, tra il 1990 e i giorni nostri,  da oltre 6,2 miliardi di investimenti realizzati dalla Fiat sui progetti per i quali ha ottenuto i 7,6 miliardi presi in considerazione.  Da sempre  la politica italiana ha sempre guardato con grande attenzione e una certa indulgenza alla più grande industria privata italiana. Ora che soldi pubblici non ce ne sono più, ognuno deve correre con le proprie gambe e affrontare la concorrenza internazionale con i propri mezzi. Se, in una fase estremamente delicata come quella che stiamo vivendo,  dovessimo perdere un marchio che ha fatto, nel bene e nel male, la storia industriale del Paese sarebbe un grave danno per tutta l’economia italiana”.

Il risultato della serie storica secondo la Cgia è condizionato dalla presenza di molti vuoti statistici e non tiene conto tra gli aiuti elargiti alla Fiat degli ammortizzatori sociali impiegati in questo periodo né degli ultimi contratti approvati dal CIPE nel biennio 2010-2011. Poi lo Stato italiano si è fatto carico degli incentivi alla rottamazione per un valore di almeno 465 milioni di euro. E ogni qual volta si sono adottati incentivi all’acquisto delle nuove auto il comparto dell’autoriparazione è andato in crisi.

Gli ammortizzatori sociali versati  nel periodo tra il 1991 e il 2002 sono stati circa 1,15 miliardi di euro  anche se  la spesa è stata sostenuta anche dalla Fiat e dai suoi lavoratori. Poi per moltissimi anni Fiat è stato fornitore di automezzi alla Pubblica Amministrazione: dalle Forze Armate fino all’ultimo comune italiano.

Gli aiuti pubblici al Lingotto sono stati concessi anche attraverso diversi progetti di ricerca finanziati dal Piano Operativo Nazionale (Pon) Ricerca e competitività mediante fondi in parte europei, in parte nazionali. Non bisogna dimenticare che nel maggio 2011 il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) ha approvato tre contratti di programma a favore di tre società della galassia Fiat per una cifra che supera i 50 milioni di euro: 22,5 milioni alla Fiat Powertrain di Verrone, 18,7 all’Iveco di Foggia e 11,2 milioni alla Sevel di Chieti.

 

 

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese